Monopoli - Il sindaco Annese: " Solidarietà all'Ucraina. La guerra non risolve nulla. Tutti facciano un passo indietro"

Autore Redazione Canale 7 | lun, 28 feb 2022 17:13 | 1121 viste | Monopoli Consiglio-Comunale Politica

In apertura del consiglio comunale il sindaco Annese ha inteso sottolineare la preoccupazione per la situazione bellica in Ucraina".  Il testo integrale dell'intervento del primo cittadino.

MONOPOLI - Sono iniziati i lavori del consiglio comunale. Al prologo il sindaco Angelo Annese ha inteso dare " solidarietà al popolo ucraino, per quanto sta avvenendo in questi giorni". " Stiamo uscendo dalla crisi virale- ha detto il primo cittadino- non immaginavamo di doverci trovare in queste ore buie. La guerra non risolve nulla. Tutti facciano un passo indietro". Per l'opposizione la consigliera Silva Contento di Spazio Civico ha dichiarato l'apprezzamento per l'intervento del sindaco, sottolineando l'apprensione per questo difficile momento in un'aea non lontana.  La consigliera Anna Capra di Fratelli d'Italia in particolare ha condannato l'episodio di vandalismo che ha subito la sede barese dell'associazione italo-ucraina.  

L'INTERVENTO INTEGRALE  DEL SINDACO ANNESE

Consiglieri, assessori, cittadini.

Ho chiesto al Presidente di lasciarmi la parola prima dell'inizio di questo consiglio comunale per condividere delle riflessioni ad alta voce su quello che sta accadendo non lontanissimo da noi in questo che rappresenta il luogo piu importante della città.

 

Due anni fa in questo periodo iniziava il periodo più nero degli ultimi decenni per il mondo intero, un virus prendeva il sopravvento e in modo improvviso ci siamo ritrovati nel pieno di una pandemia.

La paura, quella vera, quelle che le nostre generazioni non erano abituate a vivere, è stata conosciuta da tutti noi.

E' entrata nelle nostre case, si è insinuata nella nostra testa, abbiamo avuto paura gli uni degli altri perché il virus poteva colpirci attraverso le persone a noi vicine.

Ci siamo isolati, ci siamo chiusi nelle nostre case, abbiamo vissuto momenti bui, difficili.

Ci siamo difesi e abbiamo resistito remando tutti nella stessa direzione.

La nostra normalità sta tornando, i contagi stanno diminuendo e noi vediamo la luce in fondo a quel famoso tunnel.

 

Si la luce in fondo al tunnel.

 

Questa mattina mentre scrivevo queste mie riflessioni, ho pensato a quella luce ed a quel tunnel.

Non vi nascondo che io SONO PREOCCUPATO, come tutti voi, per quella luce che si fa nuovamente fioca.

 

Oggi non voglio lanciarmi in disquisizioni geopolitiche, ma soffermarmi sul lato umano delle vicende.

 

Sono sconvolto dalle immagini e dalle testimonianze che arrivano in questi giorni dall'Ucraina.

Penso a tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni che oggi nel 2022 improvvisamente vanno ad arruolarsi, penso agli anziani, alle donne e ai bambini.

Penso alle famiglie che si dividono ed una scena non riesco proprio a togliermela dalla testa.

Un papà che abbracciava distrutto e in lacrime sua figlia che con sua moglie era costretta ad abbandonare la sua città.

In quell'abbraccio tra padre e figlia c'è tutta la tragicità di quello che sta avvenendo a pochi passi da casa nostra.

 

Tutto questo non ci lascia indifferenti e impregna la nostra vita, ancora una volta, di tristezza e di paura.

 

Concludo soltanto lanciando un messaggio da questa massima assise.

Il nostro unico interesse in questo momento dovrebbe essere salvaguardare il popolo Ucraino, fatto di bambini, di donne, di uomini e di anziani.

Il nostro obiettivo deve essere quello di scongiurare un conflitto mondiale.

 

L'appello, che forse resterà una piccola goccia in un oceano, che voglio lanciare a tutte le istituzioni nazionali, europee e mondiali da questa massima assise è che si possa perseguire presto la strada del dialogo e della diplomazia, consapevoli che tutti devono rinunciare a qualcosa e tutti devono fare un passo indietro.

 

Adesso è il momento nel quale non devono esserci né vincitori né vinti.

 

Adesso è il momento in cui questo scempio deve finire perché una guerra non è mai giusta.

 

 

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