Coldiretti Puglia su crac angurie e meloni gialli

Autore Redazione Canale 7 | mar, 08 ago 2017 17:48 | 3101 viste | Coldiretti-Puglia Agricoltura

Distrutti in campagna per prezzi bassi. In Puglia persi in 10 anni 8mila ettari di frutteto

(Da cominicato) - Il caldo record spinge i consumi di frutta verdura al massimo del nuovo millennio con un balzo record del 9,6% nel 2017, ma nelle campagne pugliesi è crac per angurie, meloni gialli e pomodori, prodotti simbolo dell’estate che non trovano mercato. Crollo verticale dei prezzi di vendita per effetto di distorsioni di filiera e speculazioni – denuncia Coldiretti Puglia – per cui le aziende agricole non riescono neppure a coprire i costi di produzione.

“In provincia di Lecce c’è stata una anticipazione della maturazione – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – per cui le angurie sono state raccolte e vendute con 2 settimane di anticipo, i primi giorni a prezzi stabili, mentre subito dopo le quotazioni sono crollate vertiginosamente. Oggi nelle province di Brindisi e Taranto il mercato è al tracollo, con le angurie pagate in campagna a 5/6 centesimi al chilo e i meloni gialli che non superano i 10 centesimi. Agli agricoltori non conviene neppure raccogliere, tanto che stanno fresando e interrando il prodotto. Stessa sorte sta toccando al pomodoro piccolo a grappolo che non supera i 18 centesimi al chilogrammo, mentre il pomodoro da mensa ha toccato solo i 22 centesimi al chilo. I prezzi di vendita al dettaglio, invece, subiscono la solita decuplicazione a danno dei consumatori”.

“Serve un impegno di filiera per salvare il frutteto pugliese che in 10 anni dal 2006 al 2016 si è ridotto del 15% –  denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perdendo oltre 8mila ettari. Occorre aumentare i controlli sull’ortofrutta fresca di importazione, spesso etichettata e spacciata per pugliese ed estendere al più presto l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della frutta trasformata in conserve e succhi, per evitare che venga spacciata come Made in Italy quella importata dall’estero”.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che denuncia come, proprio nel momento in cui si assiste ad un aumento dei consumi, importante per fronteggiare il grande caldo, pratiche commerciali sleali lungo la filiera stanno provocando situazioni di crisi diffuse per i coltivatori di frutta estiva – sottolinea la Coldiretti – che chiede interventi per prevenire e perseguire tali pratiche.

 

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