Inchiesta Elio Sannicandro - Emerge la facilità degli ingressi negli uffici della Regione

Autore Redazione Canale 7 | gio, 09 nov 2023 18:16 | 794 viste | Elio-Sannicandro Interdizione Inchiesta Regione-Puglia Cronaca

di aggirarsi tranquillamente negli spazi di via Gentile.

Sotto la lente dei giudici di Bari, nell’inchiesta che due giorni fa ha portato all’interdizione per 12 mesi per il direttore generale dell’Asset Elio Sannicandro (all’epoca commissario straordinario per il dissesto idrogeologico), emerge la facilità di accesso negli uffici della Regione Puglia di soggetti esterni, capaci di aggirarsi tranquillamente negli spazi di via Gentile senza problemi. «Dai ripetuti incontri presso la sede della Regione Puglia - scrive il gip Giuseppe Battista nell’ordinanza con cui sono state disposte 11 misure cautelari – si evince un’elevatissima permeabilità del predetto ente pubblico nel far accedere all’interno dei propri uffici soggetti esterni che incontrano funzionari pubblici in servizio». E non risulta, nota ancora il gip, «che tali incontri abbiano una giustificazione ufficiale connessa al servizio». Il passaggio fa riferimento ai vari incontri avvenuti tra l’imprenditore di Lucera Antonio Di Carlo, in carcere perché accusato di 15 episodi di corruzione e turbativa d’asta, sua figlia Carmelisa (ai domiciliari) e il funzionario regionale Michele Tamborra, competente per le procedure di finanziamento dei lavori sul demanio idrico e interdetto per 12 mesi come Sannicandro. Nel corso degli incontri, al funzionario sarebbe stati consegnati 5 mila euro e «l’utilità in favore dell’amico imprenditore Gaetano Mininno», ammesso alla gara per i lavori del parco archeologico di Castiglione pur non avendone i requisiti. Materialmente le tangenti non sarebbero state consegnate negli uffici regionali: gli incontri tra gli indagati sarebbero per lo più avvenuti in luoghi «neutri» come bar, ristoranti e circoli. Ma anche nei pressi degli uffici della Regione di via Gentile sono finiti alcuni «movimenti» messi a verbale dagli inquirenti. Ci sarebbe poi un altro locale della Regione, la «casetta rossa», in cui Sannicandro e il presidente della commissione di gara (non indagato) per i lavori di prevenzione del rischio idrogeologico nei bacini del torrente Picone e lama Lamasinata si sarebbero incontrati prima della seduta stessa. Per quelle gare, assegnate poi alle aziende di Di Carlo, Sannicandro è accusato di aver ricevuto tangenti per 60 mila euro. Un servizio nel telegiornale.

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