Confermata anche la notizia che l’iPhone 14 della Nettis, quasi certamente, non è ripristinabile.
Sono ore decisive per la soluzione del giallo sulla morte di
Patrizia Nettis, la giornalista 41enne trovata senza vita nella sua abitazione
di Fasano lo scorso 29 giugno. L’avvocato della famiglia, Giuseppe
Castellaneta, che ha presentato tre istanze di riesumazione della salma ai fini
dell’esame autoptico, ha prelevato oggi dalla caserma dei carabinieri della
Compagnia di Fasano, delegati dalla Procura di Brindisi, su supporto
informatico, copia dei contenuti dell’Apple Watch della donna e del telefono dell’unico
indagato. Confermata anche la notizia che l’iPhone 14 della Nettis, quasi
certamente, non è ripristinabile. La perizia di quindici pagine, descrittiva
delle operazioni che sono state eseguite sui dispositivi e depositata in
Procura il 2 novembre con gli allegati informatici, dice, in sostanza, che il
cellulare è bloccato per i troppi tentativi andati a vuoto. Sono, quindi,
ancora inaccessibili i contenuti delle chat di WhatsApp, su cui si faceva
affidamento per ricostruire con precisione la natura degli ultimi contatti
della giornalista prima di morire. Resta la speranza di riuscire ad accedere ai
messaggi tramite iCloud. Al momento, le uniche chat disponibili sono quelle
fornite spontaneamente da chi aveva avuto contatti con Patrizia, oltre a quella
contenuta nel telefono sequestrato all’indagato. È stata un’ennesima doccia
fredda per amici e parenti scoprire anche, il primo novembre, che l’account
della donna era stato cancellato da WhatsApp, essendo trascorsi 120 giorni
dall’ultimo accesso. Per il servizio di messaggistica, Patrizia Nettis non
esiste più. Bisogna, ora, capire se il pregresso (ovvero le vecchie chat) era
stato scaricato su iCloud o se è possibile accedervi tramite computer. A dirlo
sarà la relazione tecnica sul Mac Air di Sergio Civino, il perito nominato dai
pm di Brindisi, Marino e De Nozza. Anche l’accesso al computer è stato
particolarmente difficoltoso a causa delle altissime barriere di sicurezza di
cui la multinazionale statunitense dota i suoi dispositivi. È stata la Apple, nelle
scorse settimane, a fornire, su richiesta della procura, un link di sblocco.
Per il legale della famiglia, Giuseppe Castellaneta, questa seconda relazione
dovrebbe arrivare entro la prossima settimana. Un servizio nel telegiornale.