Ilva: la Regione fa ricorso contro il decreto ambientale e scoppia il caso

Autore Gianni Catucci | mer, 29 nov 2017 19:45 | 2186 viste | Regione-Puglia Ilva Taranto Sindacato-Cisl-Metalmeccanici Ministro-Sviluppo-Calenda Attualità

La Regione Puglia ha impugnato davanti al Tar il decreto che ha modificato il Piano Ambientale dell’ILVA di Taranto. Protesta del sindacato Cisl metalmeccanici. Il Ministro calenda parla di rischio per i posti di lavoro


La Regione Puglia ha impugnato il decreto del 29 settembre con il quale è stato modificato il Piano Ambientale dell'Ilva di Taranto. A comunicarlo è stato il presidente Michele Emiliano, definendo il decreto "illegittimo" perché "concede di fatto una ulteriore inaccettabile proroga al termine di realizzazione degli interventi ambientali, di cui alle prescrizioni Aia, già da tempo scadute e sinora rimaste inottemperate. Il Governo peraltro ha totalmente ignorato le osservazioni della Regione Puglia- prosegue la nota del governatore- formalmente  presentate nell’ambito del procedimento concluso con il decreto ora, senza alcuna  giustificazione, agendo in violazione dei più elementari principi di pubblicità, trasparenza e imparzialità e in spregio al dovere di leale collaborazione istituzionale che dovrebbe ispirare il comportamento della Pubblica Amministrazione".
Parole dure il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, sul ricorso di Regione e Comune contro il decreto ambientale per Taranto: “Continua la sistematica e irresponsabile opera di ostruzionismo delle istituzioni locali pugliesi- ha detto Calenda - è questo il primo caso  in cui un investimento di riqualificazione industriale di queste dimensioni viene osteggiato dai rappresentati del territorio che più ne beneficerà. Spero vivamente che Regione e Comune abbiano ben ponderato le possibili conseguenze delle loro iniziative e le responsabilità connesse”. Il Ministro dello Sviluppo ricorda che sono in ballo 1,2 miliardi di investimenti industriali, oltre a 2,3 miliardi di investimenti di riqualificazione ambientale e 20.000 posti di lavoro. Secondo il governo l’impugnativa del decreto“mette a rischio l’intera operazione di cessione e gli interventi a favore dell’ambiente”.
“ La scelta del Governatore della Puglia, Michele Emiliano di ricorrere al TAR è da irresponsabili- dice segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, secondo il quale - affidare al Tar il proprio disappunto per essere in un tavolo parallelo a quello col sindacato è un atteggiamento infantile è grave. Non si può trascinare una vicenda in cui è in ballo – aggiunge Bentivogli - il risanamento ambientale e la difesa di migliaia di posti di lavoro a capricci per la propria visibilità politica. La Regione Puglia ha tante possibilità e responsabilità da esercitare per dare il proprio contributo positivo. Oggi ha deciso di buttare la palla in tribuna a danno di ambiente, occupazione e sviluppo. Prenda esempio dalle altre quattro regioni coinvolte che hanno ben accolto la loro partecipazione al tavolo istituzionale. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Fim Cisl Taranto Brindisi, Valerio D’Alò, che afferma: “ Questo atteggiamento di Emiliano non fa altro che allungare i tempi per l’ambientalizzazione del territorio. Adeguare la fabbrica in fretta dovrebbe essere un obbiettivo comune. Ricorrere al Tar significa rinviare l’attuazione delle prescrizioni Aia, ivi compresa la copertura dei parchi minerali. Decisione, quella del Presidente della Regione Puglia – conclude D’Alò -  che nello stesso tempo penalizza oltremodo tutti quei lavoratori, dei tubifici e non solo, a casa gravati dal peso degli ammortizzatori sociali


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