La
Regione Puglia ha impugnato davanti al Tar il decreto che ha modificato il
Piano Ambientale dell’ILVA di Taranto. Protesta del sindacato Cisl
metalmeccanici. Il Ministro calenda parla di rischio per i posti di lavoro
La
Regione Puglia ha impugnato il decreto del 29 settembre con il quale è stato
modificato il Piano Ambientale dell'Ilva di Taranto. A comunicarlo è stato il presidente
Michele Emiliano, definendo il decreto "illegittimo" perché
"concede di fatto una ulteriore inaccettabile proroga al termine di
realizzazione degli interventi ambientali, di cui alle prescrizioni Aia, già da
tempo scadute e sinora rimaste inottemperate. Il Governo peraltro ha totalmente
ignorato le osservazioni della Regione Puglia- prosegue la nota del
governatore- formalmente presentate
nell’ambito del procedimento concluso con il decreto ora, senza alcuna giustificazione, agendo in violazione dei più
elementari principi di pubblicità, trasparenza e imparzialità e in spregio al
dovere di leale collaborazione istituzionale che dovrebbe ispirare il
comportamento della Pubblica Amministrazione".
Parole
dure il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, sul ricorso di Regione e Comune
contro il decreto ambientale per Taranto: “Continua la sistematica e
irresponsabile opera di ostruzionismo delle istituzioni locali pugliesi- ha
detto Calenda - è questo il primo caso
in cui un investimento di riqualificazione industriale di queste
dimensioni viene osteggiato dai rappresentati del territorio che più ne
beneficerà. Spero vivamente che Regione e Comune abbiano ben ponderato le
possibili conseguenze delle loro iniziative e le responsabilità connesse”. Il
Ministro dello Sviluppo ricorda che sono in ballo 1,2 miliardi di investimenti
industriali, oltre a 2,3 miliardi di investimenti di riqualificazione
ambientale e 20.000 posti di lavoro. Secondo il governo l’impugnativa del
decreto“mette a rischio l’intera
operazione di cessione e gli interventi a favore dell’ambiente”.
“ La scelta del Governatore
della Puglia, Michele Emiliano di ricorrere al TAR è da irresponsabili- dice segretario
generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, secondo il quale - affidare al Tar
il proprio disappunto per essere in un tavolo parallelo a quello col sindacato
è un atteggiamento infantile è grave. Non si può trascinare una vicenda in cui
è in ballo – aggiunge Bentivogli - il risanamento ambientale e la difesa di
migliaia di posti di lavoro a capricci per la propria visibilità politica. La
Regione Puglia ha tante possibilità e responsabilità da esercitare per dare il
proprio contributo positivo. Oggi ha deciso di buttare la palla in tribuna a
danno di ambiente, occupazione e sviluppo. Prenda esempio dalle altre quattro
regioni coinvolte che hanno ben accolto la loro partecipazione al tavolo istituzionale.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Fim Cisl Taranto
Brindisi, Valerio D’Alò, che afferma: “ Questo atteggiamento di Emiliano non fa
altro che allungare i tempi per l’ambientalizzazione del territorio. Adeguare
la fabbrica in fretta dovrebbe essere un obbiettivo comune. Ricorrere al Tar
significa rinviare l’attuazione delle prescrizioni Aia, ivi compresa la
copertura dei parchi minerali. Decisione, quella del Presidente della Regione
Puglia – conclude D’Alò - che nello
stesso tempo penalizza oltremodo tutti quei lavoratori, dei tubifici e non
solo, a casa gravati dal peso degli ammortizzatori sociali