Schiaffo del Pd ad Emiliano in consiglio regionale: rimosso il direttore dell'Arpal

Autore Redazione Canale 7 | gio, 20 ott 2022 12:49 | 805 viste | Regione-Puglia Consiglio Politica

Il voto Arpal determina una frattura in maggioranza.

Al quarto tentativo Pd e M5S sono riusciti a centrare l’obiettivo: defenestrare Massimo Cassano dall’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal) della quale è stato, fino a ieri, direttore generale. In Consiglio regionale, però, è stata battaglia all’ultimo emendamento tra civici e dem e ora la maggioranza di centrosinistra rischia una frattura insanabile. I tre movimenti civici legati al governatore Michele Emiliano hanno tentato di salvare Cassano in extremis, con l’assessore Sebastiano Leo e il capogruppo Saverio Tammacco pronti a replicare alle ragioni dei loro alleati, ma alla fine si sono dovuti arrendere ai numeri. Con 18 voti favorevoli, 8 contrari (quelli dei civici) e 14 astenuti, è infatti passata la proposta di legge che cambia l’assetto societario dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal) e, di conseguenza, provoca l’immediata decadenza di Cassano. È stato lungo e acceso il dibattito in Aula, con il centrodestra compatto che ha scelto di astenersi per mettere la maggioranza spalle al muro e lasciare che il “problema” venisse risolto nel centrosinistra facendo emergere i dissapori e i veleni. L’esito del voto dice che il Pd ha votato quasi compatto: la presidente del Consiglio, Loredana Capone, ad esempio, ha preferito astenersi, mentre erano assenti Michele Emiliano, Anita Maurodinoia e Michele Mazzarano, ma quest’ultimo solo per altri impegni. Durante il lungo ed estenuante dibattito in Aula, i civici, per bocca dell’assessore Leo, hanno provato a far passare il concetto, sostenuto da un parere dell’Avvocatura regionale, secondo il quale prevedere per legge la decadenza di un direttore generale sarebbe stato rischioso e potrebbe aprire un contenzioso. Dall’altra parte, però, il Pd non ha mollato e Fabiano Amati ha elencato una serie di sentenze della Corte Costituzionale sullo spoil system che non avallano la tesi dei civici. L’Arpal, adesso, sarà guidata da un Consiglio di amministrazione composto da un presidente e due componenti, da un direttore e da un revisore unico. Così come per il direttore e il Cda, anche il revisore unico sarà nominato dalla Giunta regionale che ne stabilirà il compenso e sarà scelto tra gli iscritti nel registro dei revisori legali. I compensi in totale non potranno superare l’attuale stipendio del direttore generale, quindi a livello economico non ci saranno costi maggiori per la Regione. Con un emendamento a firma Amati è stato stabilito che con l’entrata in vigore di questa legge decade automaticamente il direttore generale. Il dato politico è che la maggioranza di centrosinistra si è spaccata, mentre il centrodestra può esultare da spettatore non pagante. La decadenza di Cassano rischia di aprire una seria frattura nella maggioranza, a Emiliano il delicato compito di mantenere gli equilibri per non rischiare di andare al voto anticipato.

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