Disperazione e lacrime a Fasano per l'ultimo saluto al piccolo Nicolò

Autore Alfonso Spagnulo | gio, 19 gen 2023 19:46 | 26058 viste | Fasano Funerale Chiesa-La-Salette Palloncini

Questo pomeriggio, giovedì 19 gennaio, l'ultimo saluto al bambino di 15 mesi morto soffocato in un incidente domestico

FASANO - «Cosa ho fatto di male nella vita per sopportare questo? Come potrò vivere senza il mio bambino». L’essenza della tragedia della morte del piccolo Nicolò Pugliese, il bambino di 15 mesi morto ieri a Fasano soffocato dal tappo della soluzione fisiologica che i genitori utilizzavano per liberargli le vie nasali dopo la sindrome influenzale che lo aveva colpito, sta tutta nelle grida disperate di Antonella, la sua mamma. Una donna distrutta dal dolore, così come papà Domenico, che mercoledì pomeriggio ha visto morire tra le sue braccia il figlioletto nonostante i vani tentativi per farlo tornare a respirare. Questo pomeriggio si sono svolti i funerali del piccolo e bellissimo Nicolò. Attorno alla famiglia si sono stretti in centinaia. L’incredulità del primo momento si è trasformata in costernazione e disperazione appunto. Il feretro è arrivato nella chiesa della Salette in un’auto bianca che le onoranze funebri dei fratelli Vinci avevano appositamente fatto arrivare. L’ultimo saluto a Nicolò è stato contraddistinto dal bianco: bianca la bara, i tanti fiori (anche la locale stazione dei carabinieri ha inviato una composizione di rose bianche), i palloncini portati dai giovanissimi della scuola calcio Bs Soccer Team. In religioso silenzio si è assistiti alla celebrazione eucaristica di don Vito Palmisano che nella sua omelia ha sottolineato l’impotenza umana davanti a tanto dolore. «La vita continua nonostante questo momento in cui ci sentiamo un po’ tutti sospesi – ha sottolineato il parroco celebrante -. Il dolore è ancora più grande quando si perde un germoglio in cui ci sono tutte le potenzialità del futuro». La piccola bara era adagiata davanti all’altare circondata da 22 palloncini bianchi, tanti quanti i bambini che come Nicolò frequentavano il nido. Dovevano crescere insieme se un destino crudele non ci avesse messo lo zampino. Ma anche se quei bambini non erano presenti hanno fatto comunque sentire la loro vicinanza a Nicolò. Straziante, infine, il saluto finale proprio di una delle operatrici del nido e amica dei genitori. «Nicolò, piccolo bimbo, cos’hai combinato – ha detto tra le lacrime -? Siamo qui per darti l’ultimo nessuno ma nessuno di noi crede che sia realmente così. Ci ha proiettato in una dimensione che non è e che non potrà essere reale. Tu sei il nostro piccolo bimbo, noi ti amiamo tanto. Abbiamo colto la tua vita come il dono e la felicità più grande. Eravamo al tuo fianco nel percorso bellissimo della tua crescita. Avevamo sogni da condividere, cose bellissime da fare, sorrisi grandi da ricambiarci. Ci lasci affranti, avvolti dalla coperta del dolore che non scalda e non scalderà. Ci lasci al buio proprio tu che eri luce. Tu che senza lacrime da inserimento hai varcato la soglia del nostro giardino poco dopo aver spento la tua prima candelina. Con quel fare deciso e burlone di bimbo sempre impegnato in tantissime cose da prendere, portare e spostare. Hai mosso con noi i primi passetti, donato a noi le prime paroline, i tuoi importanti pisoli lontano dal seno della tua mamma. A noi affidavi ogni giorno sorrisi che la rendevano più serena al lavoro. E’ ora tutto buio qui Nicolò. Nel coniugare questi verbi al passato che suonano male. Adesso resta, resta Nicolò, nel cuore e nell’anima di chi ti ama. Non lasciarci un’altra volta. Tu sarai sempre con noi. Possa l’aria felice del nido, gli occhi felici dei tuoi piccoli amici, i nostri palloncini tutti bianchi, accompagnarti fin lassù. Non sentirti solo piccolo amore perché noi ci saremo sempre. Siamo qui, accanto alla tua mamma il cui respiro oggi è debole perché vuol stare con te per sempre, non lasciarti, stringerti ancora, baciarti, abbracciarti come si fa solo con chi ti appartiene dal profondo delle viscere del cuore primordiale della vita. E siamo accanto al tuo papà, uomo di levatura eccezionale, presente, attento, premuroso sempre. Non lasciarci Nicolò, noi ci contiamo, resta nel cuore, alita vita, qui dove oggi tutto è fermo». All’uscita del feretro solo lacrime e palloncini bianchi lasciati liberi in un cielo grigio e triste, come tutti.

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