Perché il modello proposto confligge con i criteri alla base del PUG monopolitano.
La Giunta regionale ha deliberato di non approvare la proposta, inoltrata dal Sindaco del Comune di Monopoli, di arogramma per la “Riqualificazione urbana delle aree industriali dismesse dell’ex cementeria dell’ambito portuale in variante al PUG del Comune di Monopoli”.
La proposta, che avrebbe consentito un’ampia lottizzazione sul porto di Monopoli nella cosiddetta zona ex Gaslini, è stata giudicata non positiva dalla Giunta, supportata da un’ampia istruttoria dalla sezione Urbanistica.
L’Accordo di programma – si legge in istruttoria - non propone soltanto una variante allo strumento urbanistico circoscritta ad una zona specifica della Città, ma sostanzialmente propone un modello di sviluppo della Città che confligge con gli stessi criteri e obiettivi posti alla base del PUG comunale. Così facendo, costituisce precedente replicabile anche negli altri ambiti portuali vanificando l’intero sforzo pianificatorio, teso a bilanciare le esigenze di sviluppo delle attività commerciali e turistiche del sistema portuale di Monopoli con quelle dell’insediamento di nuove residenze”.
Inoltre, secondo gli uffici “la proposta di trasformazione determina un forte squilibrio tra funzioni residenziali () e funzioni commerciali-terziarie-turistiche () rispetto alle destinazioni del PUG che prevede il 40% residenziale e il 60% commerciale-terziario-turistico sul totale di superficie realizzabile nel Sotto-ambito di Riqualificazione Urbana”.
La relazione dei tecnici continua: “la proposta progettuale appare fortemente sbilanciata verso una trasformazione a carattere residenziale, senza garantire lo sviluppo delle aree retroportuali in sinergia con le funzioni del porto e nel rispetto delle vigenti previsioni del PUG che assegna a queste aree la finalità del potenziamento del porto commerciale; detta rinuncia alla realizzazione delle “altre funzioni”, peraltro, non risulta motivata ovvero non è stata motivata la volontà di privarsi di quelle funzioni a cui il Piano conferiva un ruolo prevalente rispetto a quelle residenziali per il conseguimento degli obiettivi che la pianificazione generale ha fissato per l’ambito portuale”.
Infine: “le previsioni strutturali del PUG, che esprimono una funzione determinante nella rispondenza delle scelte di programmazione con i criteri di fondo del Piano, classificano l’Ambito P1 come “Invariante infrastrutturale di progetto” che, con tutta evidenza, non è quella prevalentemente residenziale” e “la mancata attuazione del percorso per l’inclusione delle aree demaniali nel progetto di riqualificazione dell’ambito portuale snatura l’assetto globale del contesto d’intervento dato che la proposta rinuncia alla completa trasformazione del waterfront che ne verrebbe inficiato dal permanere di detrattori attualmente presenti; ciò anche alla luce di quanto deliberato dal Consiglio Comunale, che ha ritenuto “prioritaria l’attuazione di politiche urbanistiche di riqualificazione dell’ambito territoriale costituito dal sistema portuale, dalle contigue aree demaniali e dalle aree private prossime alla infrastruttura medesima”.
La relazione si conclude così: “la bonifica dall’amianto e la cessione delle superfici di compensazione non rilevano ai fini della valutazione dell’interesse pubblico dichiarato dal Comune in quanto atti dovuti nel rispetto della normativa nazionale in tema di bonifica dall’amianto nel primo caso e in attuazione di quanto stabilito dalla disciplina del PUG nel secondo caso”.