Dal Leccese al Gargano la Xylella ha provocato danni irreversibili alle piante d'olivo.
Dall'estremità meridionale della provincia di Lecce, fino alle porte di Bari, fra Polignano, Monopoli e Castellana: un'avanzata, quella della Xylella in Puglia, che in dieci anni ha colpito un territorio pari a circa il 40% della regione. E' quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla diffusione del 'batterio killer' in Puglia: i dati sono stati resi noti in occasione della 'Giornata in difesa degli ulivi' al Villaggio contadino di Bari. "Con una media di 20 chilometri all’anno nell’ultimo decennio", rileva l'associazione degli agricoltori, "la Xylella ha contagiato oltre 21 milioni di piante, una strage di ulivi che ha lasciato un panorama spettrale". "Una vera e propria tempesta perfetta sugli agricoltori - sottolinea Coldiretti - senza reddito da dieci anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva e un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana che vantava, prima dell’arrivo del batterio, ben 60 milioni di ulivi dal Gargano al Capo di Leuca". I danni causati dalla Xylella non riguardano solo la disponibilità di olio Made in Italy, ma si allargano anche all’ambiente, all’economia e al turismo con intere fasce di territorio ridotte a distese spettrali di alberi morti in un momento importante per la ripresa dell’economia nazionale. "Una situazione che – evidenzia Coldiretti – pesa sulla produzione nazionale di olio extravergine di oliva visto che in Puglia, cuore dell’olivicoltura italiana, si arriva quest’anno – sottolinea Coldiretti - a un taglio del 40% delle produzioni a causa della Xylella dei cambiamenti climatici e della siccità".