Per adesso nessun allarmismo, raccomandano gli esperti.
A volte ritornano, e questa volta a far visita in Puglia è
l'amica che si sperava di non rivedere. Dopo 50 anni torna infatti a ronzare
sugli acquitrini salentini la zanzara anofele, per intenderci l'insetto vettore
della malaria. Il primo rinvenimento risale al 2022, a seguito di un progetto
di sorveglianza condotto dall' di Lecce e
l'Istituto
superiore di sanitàDa
allora su 11 siti analizzati, 6 sono risultati positivi alla presenza dalla zanzara anofele. Lo studio
scientifico è stato pubblicato lo scorso 10 aprile sulla rivista Bmc, Biomed
Central. Nello specifico le zanzare sono state osservate nella zona rivierasca
e prossima al mare compresa tra l'area a Nord di Otranto e quella a sud di
Lecce. Territori che hanno permesso la proliferazione della zanzara grazie alla
presenza di specchi d'acqua, ristagni e un alto tasso di umidità accompagnato
dall'aumento delle temperature. Per il momento niente allarmismi, tuttavia il
problema deve aprire gli occhi per il futuro, lavorando su
tutti i generi di zanzare attraverso larvicidi e pesticidi, e - come sottolineato da Matteo
BassettiOspedale policlinico San
Martino di Genova - far dimenticare l'idea che la tutela della
biodiversità avvenga con la crescita dell'erba senza tagliarla, ambiente ideale
per la proliferazione di questi insetti. Dello stesso avviso è Pier Luigi
Lopalco, docente di Igiente presso l'Università del Salento, che pone
l'attenzione sui cambiamenti che il clima e le modificazioni dell’ambiente
stanno comportando. Un servizio nel telegiornale.