E' caos concessioni balneari: zero margini per i comuni ancora senza un bando

Autore Redazione Canale 7 | mer, 22 mag 2024 18:49 | 1046 viste | Concessioni Balneari Consiglio-Di-Stato Attualità

E il Consiglio di Stato bacchetta il Tar.

Non c’è più margine per i comuni costieri che non hanno preparato i bandi per le assegnazioni delle concessioni. Un’estate a forte rischio per tante località pugliesi che hanno sperato in un colpo di coda del governo, lasciando i balneari in balia degli eventi, a rischio di contestazioni e denunce. Il Consiglio di Stato è stato netto, nelle sue tre sentenze pubblicate lo scorso 20 maggio che hanno ripreso quanto già formulato nel 2021, anzi i giudici hanno rincarato la dose, bacchettando i «giudici amministrativi, che non devono seguire eccentriche o arbitrarie interpretazioni delle norme in materia che hanno l’effetto di non applicare il diritto dell’Unione», come spesso accaduto in passato nelle aule dei vari Tar, ma soprattutto specificando che «la pretesa della proroga della durata delle concessioni demaniali marittime fino al 2033 è priva di fondamento» perché le concessioni sono scadute inderogabilmente il 31 dicembre 2023, cioè circa sei mesi fa. Né ha validità il tentativo del governo Meloni di allungare di un anno o due (in caso di problemi burocratici), la gestione attuale: «si può ritenere compatibile con il diritto dell’Unione la sola proroga “tecnica” -spiegano i giudici- funzionale allo svolgimento della gara, non oltre il termine del 31 dicembre 2024 in presenza di ragioni oggettive. Affinché possano legittimamente giovarsi di tale proroga tecnica senza violare o eludere il diritto dell’Unione, le autorità amministrative competenti e, in particolare, quelle comunali devono avere già indetto la procedura selettiva o comunque avere deliberato di indirla in tempi brevissimi, emanando atti di indirizzo in tal senso e avviando senza indugio l’iter per la predisposizione dei bandi». Dietro l’angolo ci sono i contenziosi con i titolari dei lidi di quei comuni senza paracadute che, di fatto, non hanno più titolo per aprire un ombrellone e che rischiano di essere oggetto di denunce e di interventi da parte delle Forze dell’Ordine proprio perché le proroghe sono scadute a dicembre. (A.S.) 

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