I pescatori pugliesi scrivono al ministro dopo la manifestazione di oggi a Monopoli.
"Da quasi
20 giorni abbiamo rinunciato a fare quello che più amiamo al mondo: il nostro lavoro!
– hanno scritto in una lettera i pescatori manifestanti al Ministro Teresa
Bellanova - Mettendo così in pericolo la
sicurezza di tutte le nostre famiglie auto-infliggendoci un danno economico che
pagheremo sempre e soltanto noi pescatori. Quale l’alternativa e le soluzioni
da porre in essere se non la protesta di questi giorni? Nessuna! Non avevamo e
non abbiamo nessun’altra strada se non quella che abbiamo intrapreso e che
percorreremo sino in fondo. L’alternativa sarebbe permettere a leggi inique,
realizzate da chi non conosce il nostro mare e tanto meno il nostro lavoro, di
distruggere in maniera irreversibile una categoria produttiva fondamentale per
l’economia locale, regionale e nazionale. Le nostre barche in porto iniziano a
deteriorarsi- prosegue l’accorata missiva-
le scadenze dei pagamenti accumulano debiti che vanno ad aggravare i
nostri già miseri bilanci familiari. Tornare in mare oggi, con l’attuale regime
persecutorio de parte dalle normative UE, con una regolamentazione della pesca
inattuabile nel nostro mare Adriatico e con un sistema sanzionatorio
insostenibile, significherebbe determinare la fine della nostra categoria. Se
questo dev’essere, vogliamo essere noi, pescatori orgogliosi e fieri della
nostra identità, a mettere la parola fine su di una storia gloriosa che ha
assicurato il sostentamento necessario ad intere generazioni di uomini e donne
di Puglia. Se questo dovrà accadere vogliamo che accada in modo che venga ricordata per sempre questa pagina miserabile della Storia della nostra amata Italia".