Dopo lo scongiurato stop all’Altoforno 2, da parte del Tribunale del
Riesame di Taranto, ora si guarda al rilancio del siderurgico. Tuttavia ci sono
diversi problemi da superare.
L’accoglimento del ricorso degli amministratori straordinari dell’ex Ilva da parte del Tribunale del Riesame di Taranto, sul non spegnimento dell’Altoforno 2, di fatto evita che il siderurgico si avvii a chiusura. Nel contempo viene rilanciato il programma di sviluppo del siderurgico tarantino avviato dal governo e da Arcelor-Mittal lo scorso dicembre. Esso dovrà essere presentato entro il 31 gennaio prossimo e si svilupperà in 14 mesi. Si prevede la riqualificazione dell’impianto dal punto di vista ambientale e nel contempo il mantenimento dei livelli occupazionali. Su questo punto i sindacati, che hanno tirato un sospiro di sollievo per il pronunciamento del tribunale jonico, non possa chiudersi senza esuberi rispetto ai 10.700 assunti in forza oggi ad ArcelorMittal, di cui 8.200 a Taranto. Di questi poco più di 1.200 sono in cassa integrazione ordinaria. Si tratta dunque di una partita aperta, tutta ancora da giocare, le cui conclusioni quindi sono tutt’altro che scontate. Altro aspetto importante è il piano di partecipazione statale che il governo vuole dare al futuro del siderurgico. Si tratta di un salvataggio pubblico dell’ex Ilva. Governo, amministrazione straordinaria ex Ilvae ArcelorMittal, si mettono al tavolo per realizzare un nuovo piano per l’Ilva. Un piano misto pubblico-privato con il concorso di banche e il Ministero del Tesoro.