Sul siderurgico tarantino raggiunta l’intesa tra i Commissari ex Ilva e ArcelorMittal.
Un piano che prevede l’annullamento della causa civile in corso e un nuovo
piano industriale. I sindacati hanno bocciato l’accordo.
Per l’ex Ilva è arrivata nelle scorse ore una svolta importante. E’ stato infatti firmato l’accordo tra ArcelorMittal e i commissari dell’ex Ilva. Esso prevede la modifica del contratto di affitto e acquisizione per il rinnovo del polo siderurgico tarantino, che al contempo comporta la cancellazione della causa civile avviata a Milano, la cui prossima udienza era fissata al 6 marzo. L’accordo tra le parti è stato sottoscritto a Milano. Per le firme in calce all’accordo erano presenti l'ad di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli, assieme ai commissari dell’ex Ilva. Ora dunque con gli accordi la controversia giudiziaria si chiude e si dovrebbe puntare al rilancio del polo siderurgico con un nuovo piano industriale. In pratica si tratta di un’ importante partnership che dovrà chiudersi entro il prossimo30 novembre, con un nuovo contratto di investimento. Altrimenti i Mittal potranno recedere dal contratto di affitto, così come rivisto con i nuovi accordi, dandone comunicazione entro fine anno e restituendo gli impianti ai commissari, dopo aver pagato una "caparra penitenziale di 500 milioni". L’intesa per il piano di rilancio cita esplicitamente la necessità di ricorrere a nuovi ammortizzatori sociali fino al raggiungimento della piena capacità produttiva, tenendo conto della Cig già in atto per 1.237 lavoratori, appena rinnovata per altre 13 settimane, e che scade a fine giugno 2020. Ma questo accordo non piace affatto ai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fiom, Fim e Uilm. Secondo i sindacati non si capisce quale sarà il ruolo dello Stato e delle banche, né come sarà distribuita la produzione tra ciclo integrale e l’innovazione con i forni elettrici, il ruolo conseguente delle due società, la possibilità con questo piano di occupare i 10.700 lavoratori più i 1.800 in amministrazione.