E' l'aupicio del comitato monopolitano per arrivare a conclusioni concrete su cattivi odori e potenziali inquinamenti.
" Lo scorso 6 aprile la Guardia Costiera, in esecuzione di un
decreto del Tribunale di Bari, ha operato il sequestro preventivo di uno
stabilimento - di proprietà della PIPEPLAST s.r.l. - sito nella Zona
Industriale di Monopoli. Abbiamo letto con attenzione il comunicato stampa della Procura della Repubblica
di Bari, che sottolinea come l’attività investigativa svolta abbia portato alla
luce molte e gravi irregolarità. Ed attenderemo quindi rispettosamente che si
possano accertare le responsabilità e vengano assunti i relativi provvedimenti
di giustizia.
Si tratta di un primo passo nella direzione da noi auspicata. Certo di un passo
molto significativo, perché per la prima volta in atti ufficiali si attesta in
modo inequivocabile ciò che è stato più volte negato in passato. “Monopoli
puzza, ma non è inquinata”, è stato ripetuto molte volte ed anche lo scorso 21
gennaio, durante quel Consiglio Comunale svoltosi alla presenza di centinaia di
monopolitani, stufi di ricevere rassicurazioni che non hanno mai convinto
nessuno. Da adesso in avanti almeno questa litania ci dovrebbe essere
risparmiata: anche Monopoli risulta essere inquinata, se è vero che i
Magistrati del Pool Ambiente della Procura di Bari hanno messo per iscritto che
nella nostra Zona Industriale si svolgeva un’attività che provocava “diretta
dispersione nell’aria di micro/mini particelle plastiche” e che comprometteva
gravemente “il sottosuolo e la falda sottostante per l’accertata presenza di
fanghi (scarti di produzione industriale) e percolato”. E’ proprio realizzando
condotte inquinanti di tale gravità che questa azienda, inoltre, “diffondeva
nell'atmosfera miasmi di plastica combusta percettibili anche a notevole
distanza”. Dunque, d’ora in avanti dovrebbe essere chiaro proprio a tutti, dal Primo
all’ultimo cittadino della nostra città, che le “puzze”, le “molestie
olfattive”, “i cattivi odori”, “i miasmi”, non arrecano solo un forte ed
ingiustificabile disturbo alla normale vivibilità urbana. Non si limitano ad
incidere in modo pesante sulla vita di tanti cittadini, cosa di per sé intollerabile
ed illegale, no! Spesso i disagi causati dalle emissioni odorigene non sono
altro che spia e sentinella di inquinamento ambientale, come tanti monopolitani
hanno sempre sospettato e temuto. E perciò, da adesso in poi, non potremo più
consentire a nessuno di continuare a sottovalutare l’allarme sociale che tali
molestie provocano, in particolare se ciò dovesse accadere nuovamente in sedi
istituzionali.
Soprattutto questo ci preme sottolineare in merito alla recente operazione a
tutela del nostro territorio. Del resto, non ci sembra ci siano motivi per
esultare nel sapere che questo genere di minacce siano state a lungo attive e
pienamente operative, causando danni all’ambiente ed alla salute pubblica,
prima di essere fermate. Né ci appassiona la frivola ricerca dell’attribuzione
di meriti, passatempo sterile e già abbastanza praticato. Il “doveroso
riconoscimento” di cui parla la Procura nel suo comunicato spetta a nostro
avviso solo a tutta quella parte di cittadinanza attiva di Monopoli che dallo scorso
autunno, in varie forme e modi, ha deciso di manifestare il proprio disagio ed
organizzarsi per ottenere risposte chiare. Il Comitato appartiene a quei
cittadini e continuerà a esistere e a battersi finchè non sarà fatta piena luce
sulla qualità dell’aria che respiriamo a Monopoli e delle acque che scorrono
nel nostro sottosuolo. E, alla luce delle numerose segnalazioni pervenuteci nei
giorni successivi al sequestro della PipePlast, crediamo purtroppo che sia
ancora molta la strada da percorrere prima di poter pensare di essere vicini al
nostro obiettivo. Intense esalazioni stanno infatti martellando implacabilmente
una popolazione già costretta da settimane a restare chiusa in casa per
l’epidemia ed il conseguente lock down, avvilendola ancora più del solito.
L’auspicio è che almeno proprio questa coincidenza di tempi possa fornire a chi
sta indagando elementi utili, restringendo il cerchio delle possibili fonti di
emissione a chi è attualmente autorizzato a continuare la produzione. Noi
intanto non smetteremo di vigilare ed invitiamo chi vive a Monopoli e ama
veramente la città ad affiancarci senza timore nella ricerca della verità.
COMITATO RESPIRIAMO A MONOPOLI