Piano Casa: la storia infinita di uno scempio forzato, frutto di furbizia e spregiudicatezza.
Comunicato
FABIANO AMATI
Dal 2015, il consigliere Fabiano Amati, fasanese, con la sua innegabile grazia felina, comma per comma, anno per anno, proroga per proroga, ha stirato le maglie di uno strumento tipicamente edilizio, il Piano Casa, trasformandolo nel più formidabile strumento di semplificazione urbanistica della storia della Regione Puglia.
Il fine, neanche troppo nascosto, è seppellire la pianificazione urbanistica, con le sue regole e la sua visione d’insieme del territorio edificato, a solo vantaggio della grande edilizia speculativa, finalmente liberata da qualsiasi procedura e controllo sovralocale.
Con la scusa del risparmio di suolo, Amati si è erto a garante di una deregulation normativa, che è finita più volte e a giusta ragione, nel mirino di Ministero e Corte Costituzionale.
Ma lavorare di cesello su una semplice normativa edilizia e renderla tout court uno strumento di trasformazione dell’intero patrimonio edilizio esistente, derogando su indici e parametri (forma, altezza e distanze tra gli edifici) e infine anche sulla destinazione urbanistica delle aree oggetto di intervento, era effettivamente un’impresa titanica anche per un maestro dell’alchimia giuridica, qual è il nostro avvocato.
STEFANO LACATENA
Settembre 2020. Mentre il consigliere Amati è impegnato a Roma, con un’azione di gruppo in gran parte pugliese, a far inserire nel cosiddetto Decreto Semplificazioni (oggi L120/20) la possibilità di trasformare la destinazione urbanistica delle aree in sede locale, negli stessi giorni un altro avvocato fa il suo ingresso nel Consiglio Regionale pugliese. Stefano Lacatena, monopolitano, ha operato per anni, come assessore, su uno dei primi Piani urbanistici generali (PUG) di nuova generazione, i cosiddetti piani perequativi. Nessun disegno, solo norme e regole, anche piuttosto elastiche.
Nelle mani di un’Amministrazione attenta e lungimirante, il PUG può rivelarsi uno strumento straordinario di intervento sul territorio, a servizio dell’interesse collettivo; nelle mani di chi possiede una visione iperliberista e sostanzialmente priva di scrupoli, il PUG diventa un’arma in grado di devastare il più bel territorio, nel giro di pochi lustri. Ciò sta avvenendo a Monopoli da un decennio.
LA STRANA COPPIA
Stefano Lacatena, attualmente consigliere di minoranza in Regione, conosce bene la materia e ha compreso che, per consentire al Piano Casa l’inconsentibile, è necessario rinunciare a una parte della montagna di metri cubi di cemento armato che il consigliere di maggioranza, Fabiano Amati, ha promesso qualche anno fa a taluni imprenditori pugliesi. Ed ecco il pensiero volpesco: limitiamo le possibilità di applicare il Piano Casa in zona produttiva, ossia consentiamo di trasformare parti di aree industriali in interi quartieri residenziali senza alcun controllo urbanistico, a chi è in grado di garantire la presenza di standards (18mq/abitante da destinare a servizi pubblici) all’interno della propria area di progetto.
RISULTATO
I piccoli opifici interclusi nei centri urbani e ormai dismessi da anni - per la trasformazione dei quali si è condivisa inizialmente, nel 2015, la necessità di modificare la legge per permettere il cambio di destinazione d’uso di un piccolo opificio col solo Piano Casa - non saranno più consentiti. Viceversa, resteranno in piedi le grandi speculazioni edilizie (si pensi soprattutto ai casi di Bari, Monopoli e Fasano) con l’unica penalizzazione, rispetto alle promesse iniziali, che dove si pensava di costruire 1.000 appartamenti se potranno realizzare “solo” 700. In altre parole, dove non si sarebbe dovuto costruire nulla, senza un preliminare piano di rigenerazione urbana, si potranno edificare ben 700 appartamenti con un semplice permesso di costruire!
Sul piano politico-operativo, l’asse di collaborazione tra il gatto e la volpe è una realtà ormai consolidata. Circa un mese fa, sotto ferragosto - alla zigardinn, come dicono a Monopoli - una maggioranza trasversale ha approvato in Consiglio regionale l’articolo, contenente questa modifica del Piano Casa, nascosta all’interno di una legge sulle strutture ricettive.
Angelo Papio