Il presidente regionale dei presidi: "Non è azzardato sperare che entro due settimane o tre la situazione possa migliorare".
E' una ripresa delle lezioni scolastiche, in Puglia, tra mille prevedibili e previste difficoltà, tra cui il "tracciare gli alunni contagiati ed applicare la sorveglianza con i test T0 e T5", ma anche "l’interlocuzione delle scuole con le strutture sanitarie", la scarsità di mascherine ffp2 e i tanti alunni assenti, con il caos dad e presenza in contemporanea, lontana, però, dalle fosche previsioni della vigilia: è quanto denuncia Roberto Romito, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi - Puglia, citando un sondaggio effettuato in forma volontaria ed anonima su 64 scuole della regione, per valutare l'avvio delle lezioni dopo le vacanze di Natale.
La ricerca ha visto la partecipazione 6.766 docenti, 1.805 unità di personale non docente, 335 sezioni di scuola dell'infanzia e complessiva 2.547 classi tra primaria, media e superiore: dai dati riulta assente e non ancora sostituito il 4,2% dei docenti ed il 6,3% del personale non docente, mentre nella scuola dell’infanzia è stata sospesa per 10 giorni l’attività nel 10,7% delle sezioni. Negli altri ordini di scuola (primarie, medie e superiori) il 14% sul totale delle classi risulta in DAD completa (intera classe collegata da casa) oppure in DID (didattica integrata digitale, ossia con un gruppo di alunni collegato da casa e il resto in presenza a scuola) Nell’11% delle scuole, inoltre, risulta avviata (o da avviare nel brevissimo periodo) un’attività di vaccinazione in loco per gli alunni.
"Aggiungiamoci rimarca Romito - le connessioni di rete che rischiano continuamente il blocco per sovraccarico e le uscite anticipate per riduzione di orario: l’elenco sarebbe anche più lungo, ma anche così è sufficiente a descrivere un servizio scolastico assai poco paragonabile a quello ordinario. Tuttavia le scuole hanno riaperto, grazie all’impegno del personale e, in particolare, dei dirigenti, che ormai da quasi due anni lavorano letteralmente senza soste, tra risorse promesse e non ancora (o mai) arrivate e la continua mutevolezza e la spesso inutile complicazione di molte delle misure previste dai protocolli di gestione della pandemia.
"Al di là della scontata variabilità dei dati - aggiunge - delle singole istituzioni scolastiche fra di loro (ad esempio, ci sono scuole con oltre il 75% di classi in didattica a distanza parziale o totale, oppure con il 15% di docenti assenti e non sostituiti, mentre in altre questi dati sono pari a zero) i numeri disegnano - per il momento almeno - una situazione nel complesso abbastanza lontana dalle fosche previsioni formulate alla vigilia del rientro a scuola anche da parte di autorevoli rappresentanti delle istituzioni, come ad esempio alcuni presidenti di regione incluso il nostro. Se consideriamo poi, come affermato da diverse autorità sanitarie, che saremmo molto prossimi a raggiungere il picco di contagio e che nella nostra regione si registra un andamento molto buono della campagna vaccinale tra gli alunni ed il personale scolastico, con percentuali al di sopra delle medie nazionali, non è forse azzardato sperare che entro due settimane o tre la situazione possa migliorare senza che si sia dovuto ricorrere, nel frattempo, a misure di sospensione generalizzata delle attività scolastiche in presenza".