Il presidente della commissione regionale Bilancio illustra i bilanci della gestione Lerario durante il periodo della
pandemia. Zullo di Fratelli d'Italia: " Non facciamo passare altri sei mesi”.
"Tra il 2020 e il 2021 la struttura di supporto nominata dal Presidente della Regione e incardinata presso la Protezione civile ha speso circa 202 milioni di euro. Ora attendiamo di conoscere quanto sia stato speso con fondi attribuiti dalla gestione sanitaria e da altri fondi di finanziamento, unitamente alla conoscenza analitica di tutte le spese e delle relative modalità d’affidamento. E tutto questo nella riunione già convocata per lunedì prossimo". A fornire i dettagli sulle spese dell'ufficio presieduto da Mario Lerario fino al suo arresto in flagranza di reato per presunte tangenti da un imprenditore, è il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione della Regione Puglia, Fabiano Amati, durante l’ audizione sul tema. E' lo stesso Amati a mostrare dettagliatamente come venivano spesi i fondi anno per anno. “Agli inizi di luglio, sei mesi fa, da Roma giunse una notizia che ci allarmò - ha affermato Zullo capogruppo regionale di Fratelli d’Italia - la Protezione civile della Puglia aveva speso 200 milioni, che la Protezione civile nazionale non voleva ripianare e sarebbero stati a totale carico dei pugliesi. Insomma, eravamo di fronte a un buco che doveva essere coperto dai fondi del Bilancio autonomo della Regione. Per questo chiedemmo al presidente della prima Commissione, Amati, di audire con urgenza sia l’allora capo della Protezione civile, Lerario, sia il presidente Emiliano, perché rendicontassero al centesimo quanto speso. Chiedemmo anche il resoconto analitico della spesa sostenuta- prosegue Zullo- la documentazione che attesti l’interlocuzione fra la protezione civile pugliese e quella nazionale sulle spese che venivano autorizzate e quelle che, invece, non venivano autorizzate. Avevamo chiesto una rendicontazione analitica che fugasse i sospetti. Sollecitiamo oggi più che mai quella rendicontazione- conclude - Non facciamo passare altri sei mesi”.