Secondo un antico proverbio “ Se c’è il sole siamo fuori dall’inverno, altrimenti ci aspettano ancora sei settimane di gran freddo”. Ieri celebrazione liturgica a Castellana Grotte.
Il 2
febbraio si celebra il giorno della Candelora. E’ la giornata in cui, 40 giorni dopo il Natale, si ricorda la
presentazione di Gesù presso il tempo di Gerusalemme. Si dice candelora perché
è la giornata legata al rituale di benedizione delle candele, simbolo della luce
che Cristo irradia nel mondo. Ma è anche il giorno anche dedicato alla
purificazione della Vergine Maria perché, secondo la legge ebraica, la
presentazione del figlio maschio e il rientro della madre in società avvenivano
quaranta giorni dopo il parto. Infatti per tutto il periodo la donna era tenuta
lontana dalla comunità perché considerata impura.Ieri sera, proprio su questo aspetto liturgico si è
svolta presso la chiesa della Madonna della Vetrana a Castellana Grotte una
celebrazione liturgica sul tema appena menzionato, che ha visto la presenza del
vescovo della diocesi Conversano-Monopoli, S. Ecc. Monsignor Giuseppe Favale. La celebrazione è stata trasmessa in diretta da Canale7. Il presule ha incentrato l’omelia sul tema della figura del Cristo che entra nella vita pubblica
con la presentazione nel tempio e della purificazione di Maria secondo la legge
del periodo. Purificazione che in senso più ampio riguarda tutti noi. Ma la
giornata è legata anche ad una lunga
tradizione precristiana, in cui si guarda alla fine della stagione invernale e
all'avvicinarsi della primavera. E proprio in fatto di tradizione vi è uno dei
proverbi dialettali più famosi legati alla Candelora: " Se c'è il sole alla
Candelora, si è fuori dall’ inverno. Ma se
piove o tira vento dall’inverno siamo dentro”. Ovvero ci saranno ancora altre sei settimane di rigore invernale. Un servizio nel Tg7.