Trivelle, firmato il "Pitesai". Via libera allo sblocco di nuovi permessi di ricerca

Autore Redazione Canale 7 | lun, 14 feb 2022 17:15 | 977 viste | Trivelle Comitato-No-Petrolio Pitesai

Il governo per ridurre i costi delle bollette del gas punta ad aumentare da subito la produzione interna

La crisi energetica ed il conseguente rincaro delle bollette hanno riportato prepotentemente al centro del dibattito politico la necessità di aumentare la produzione interna di gas. Il ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il Pitesai, piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. Con l’approvazione di questo documento sono state individuate le aree del Paese in cui saranno consentite le attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi sia su terra sia offshore. La mappa include il 42,5% del territorio su terraferma e l’11,5% delle aree marine. In totale sono quindici le regioni interessate. Tra queste c’è ovviamente anche la Puglia con e sue coste. Nelle aree individuate sarà possibile intensificare le trivellazioni e l’estrazione di gas dai giacimenti già attivi e potrebbero sbloccarsi circa cinquanta nuovi permessi di ricerca, che interesserebbero anche lo specchio d’acqua antistante le nostre coste. Aumentando le estrazioni e aprendo alle nuove concessioni si potrebbe raddoppiare la produzione di gas naturale per far fronte alla crisi energetica in corso. Secondo il Ministero non si tratta di un via libera alle trivelle: al contrario, il nuovo Pitesai fornisce regole più rigide e riduce i territori interessati alle trivellazioni, escludendo siti non produttivi e aree naturali in cui non si potranno portare avanti attività di ricerca, allo scopo di proteggere l’ambiente. Intanto il comitato "no petrolio si energie rinnovabili" fa notare attraverso un comunicato come la Puglia dovrebbe chiedere con forza che il suo mare sia esentato dall’estrazione del gas, in linea con la mai applicata transizione energetica. Anzi, in realtà – si legge nella nota - si tratterebbe di una scelta che dovrebbe riguardare tutti i nostri mari chiusi, fatta eccezione per le aree in cui le trivelle vi sono già e i costi connessi a un repentino smontaggio sono superiori ai benefici della loro prosecuzione.

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