Terremoto giudiziario a Polignano a Mare: ai domiciliari sindaco e vicesindaco

Autore Redazione Canale 7 | gio, 21 apr 2022 12:57 | 3061 viste | Polignano-A-Mare Arresti Guardia-Di-Finanza Monopoli

Operazione della Gdf di Monopoli che ha portato a dieci arresti e tra questi figurano Domenico Vitto e Salvatore Colella

POLIGNANO A MARE - Sono 24 le persone indagate nell’inchiesta che stamattina ha portato la Finanza di Monopoli a eseguire l’arresto ai domiciliari del sindaco di Polignano a Mare, Domenico Vitto, e del vicesindaco (con delega ai lavori pubblici) Salvatore Colella, insieme ai dirigenti e funzionari comunali Nicola Cicala, Pasquale Teofilo e Raffaele Lassandro. Misure interdittive (divieto di contrarre con la pubblica amministrazione) sono state invece notificate agli imprenditori Nicola Narracci, Hibro Hibroj, Sergio Giazzi, Vito Dentico e Vito Lo Franco.  L'ordinanza è stata firmata dal gip del Tribunale di Bari, Angelo Salerno. Vitto, 52 anni, esponente del Pd al secondo mandato come sindaco, è anche presidente dell'Anci pugliese, oltre che in predicato per essere nominato dalla Regione nel consiglio di amministrazione di Aeroporti di Puglia. L’inchiesta condotta dal pm Michele Ruggiero (su fatti relativi al periodo dal 2018 al 2021) era emersa a giugno con l’esecuzione di alcune perquisizioni e ipotizza, tra le altre accuse, i reati di corruzione, concorso in peculato e turbativa d’asta, quest’ultima ipotesi contestata al sindaco Vitto insieme al vicesindaco, a Cicala e all’imprenditore di origine albanese Hibroj. Secondo la ricostruzione accusatoria, Vitto avrebbe contribuito a truccare l’appalto per i lavori per il rifacimento di largo Gelso e del lungomare Domenico Modugno, affidati a Hibroj (definito “suo sostenitore politico”) scegliendo personalmente il presidente della commissione di gara. Per questa vicenda l’accusa contesta al sindaco anche il reato di concorso in falso ideologico per aver truccato il sorteggio dei componenti della commissione e per la conseguente falsificazione dell’atto amministrativo di nomina. Secondo quanto sostiene la Procura nel capo di imputazione, il sindaco “colludeva con l’imprenditore Hibroj, suo sostenitore politico a far data dal 2017 (quando gli chiedeva di impegnarsi in proprio favore per le elezioni comunali del 2017, ribadendo poi analoga richiesta in favore della propria corrente politica per le elezioni regionali del 2020. L’accusa di corruzione contestata a Colella (definito dalla Procura “fedelissimo del sindaco Vitto”) fa riferimento da un lato al presunto interessamento del vicesindaco a favore di un imprenditore, Stefano Andresini, per la velocizzazione dei pagamenti di una fattura relativa a lavori di appalto comunali in cambio della “promessa di utilità economiche”, da un lato al presunto sodalizio illecito del vicesindaco con l’ingegnere comunale Nicola Cicala che sarebbe stato mirato - secondo l’accusa - a truccare l’affidamento di alcuni servizi di progettazione sotto soglia a favore di professionisti graditi al funzionario che avrebbe poi ottenuto da Colella la promessa “dell’utilità economica di fargli conseguire un avanzamento di carriera”. Le attività specificamente contestate riguardano, secondo quanto ha reso noto la Procura di Bari, «una serie di condotte concorsuali finalizzate alla turbativa di ben 9 procedure di gara, relative al periodo 2020/2021: sono emerse tecniche collusive collaudate, con adattamento e taratura dei bandi di gara, prima ancora della loro pubblicazione, sugli operatori economici collegati agli indagati o soggetti loro vicini. In taluni casi si è assistito all’alterazione della procedura del sorteggio pubblico stabilito nella gara ad evidenza pubblica, in realtà mai avvenuta, con l’intento di escludere gli operatori economici provenienti da altre località del territorio nazionale e, quindi, al di fuori della sfera d’influenza delle figure politico-istituzionali coinvolte nell’inchiesta».

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