A Perché ieri sera il mondo della pesca, ha spiegato perchè ritiene la misura insufficiente.
La
Regione Puglia è pronta a stanziare tre milioni di euro per sostenere la pesca,
messa in crisi dal caro gasolio e in stato di agitazione ormai da diversi mesi."Non possiamo rimanere in silenzio, la
Regione come il Governo nazionale devono dare risposte immediate e accogliere
con azioni concrete il grido di dolore di tutto il comparto ittico vessato da
costi onerosi del carburante", ha detto l’assessore regionale
all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, nel comunicare la disponibilità dell’ente,
poiché “ la pesca è un settore strategico per la Puglia”. Ma la misura di
sostegno, pur riconoscendo la sensibilità al governo regionale, non è ritenuta
sufficiente dal comparto pesca. Il concetto è stato ribadito ieri sera a Perché?
ospiti Giancarlo Sardano, della cooperativa fra pescatori di Monopoli, Nicola Parente,
armatore di Mola di Bari e il collega Cosimo Marasciulo di Monopoli. “ Questo
riconoscimento, che dimostra la sensibilità della Regione nei nostri confronti –
è stato detto in trasmissione – è poco più di un palliativo, non risolve il
problema. Del resto anche i 20 milioni disposti dal governo centrale per il mondo
della pesca nazionale, costituiscono un contentino, una sorta di una tantum che
però non incide sulla gravità della situazione”. Per soddisfare la richiesta
del comparto pesca, è stato detto a chiare lettere, il prezzo del gasolio non
deve superare i 50- massimo 60 centesimi al litro. 1,10 o 1,20 euro al litro
attuali rende antieconomica l’attività di pesca, per cui le barche ormai da
giorni sono ferme in porto. “ Si tenga conto che un peschereccio, investe somme in media prossime a 20 mila
euro. Per cui si comprende – hanno detto i rappresentati della pesca – quanto
difficile sia in questi tempi realizzare gli utili, partendo da una spesa fissa
così elevata”. Armatori e pescatori sono allo stremo e senza prospettive. A
tutte queste problematiche si devono aggiungere anche quelle connesse con il
mercato ittico straniero, della ristorazione che per una maggiore economicità offre
spesso prodotto oltre frontiera. Una serie di infiniti problemi concatenati che
possono trovare una soluzione definitiva se e solo se il prezzo del gasolio
scende a quote sostenibili. Insomma se non si trova un giusto equilibrio, la
vicenda rischia di andare ancora avanti con il rischio di annichilire un
comparto importate della nostra economia.