Barese- Fino a 6mila euro per un permesso di lavoro "illecito": in manette 9 imprenditori

Autore Redazione Canale 7 | lun, 27 giu 2022 12:39 | 862 viste | Mola-Di-Bari Guardia-Di-Finanza Cronaca

Le accuse, a vario titolo, sono di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, associazione a delinquere.

Questa mattina, la Tenenza di Mola di Bari coordinata dal I Gruppo Bari, ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali – coercitive – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, nonché sequestri patrimoniali nella misura per equivalente. Nell’ordinanza vengono riconosciuti (con accertamento che, compiuto nella fase delle indagini preliminari, necessiterà della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) gravi indizi di colpevolezza nei confronti di 16 indagati - dei quali n. 10 destinatari di misura cautelare personale (n. 2 in carcere ed n. 8 ai domiciliari) – nonché, l’adozione nei loro confronti della misura patrimoniale del sequestro preventivo nella misura equivalente, finalizzata alla confisca, per complessivi 1.166.080,00 euro. Si tratta di un dottore commercialista e nove imprenditori locali operanti prevalentemente nel settore edile che, mediante la costituzione di fittizi rapporti di lavoro formalizzati attraverso modelli di assunzione telematica UNILAV, hanno consentito a numerosi cittadini extracomunitari (n. 453 soggetti di etnia indiana, cingalese, bengalese, pachistana ed altre) di ottenere illecitamente, nel lasso temporale che va da 2013 al 2019, il rilascio e/o il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi lavorativi. Le somme pagate da questi ultimi all’organizzazione criminale oscillavano dai 1.000,00 ai 6.000,00 euro per ogni singolo rapporto di lavoro fittizio consentendo di accumulare un profitto illecito stimato di euro 762.000,00. Alcuni dei soggetti intestatari dei falsi contratti lavorativi sono riusciti tra l’altro ad ottenere indebitamente dall’INPS l’erogazione dell’indennità di disoccupazione e di malattia (i cui importi sono stati opportunamente ricostruiti grazie alla collaborazione dello stesso Ente), nonché, in altri casi, per la percezione di rimborsi IRPEF comunque non spettanti, per un danno alle casse dello Stato di complessivi 281.579,82 euro. Inoltre, durante l’attività d’indagine sono acquisiti elementi probatori pertinenti alla sottrazione di beni mobili ed immobili ad un soggetto non in grado di intendere e di volere per 267.232,22 euro. Agli indagati viene contestato il concorso a vario titolo di molteplici reati, tra i quali i favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (artt. 2 e 12 del Dlgs 286/98), l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato (artt. 416 e 640 C.P.) e, per tre di essi, il delitto di circonvenzione di persone incapaci (art. 643 C.P.). I provvedimenti cautelari sono intervenuti in esito ad un’articolata attività investigativa, condotta dalla Tenenza di Mola di Bari sotto l’egida dell’Ufficio del Pubblico Ministero, che ha permesso di accertare allo stato (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) le diverse tipologie di delitti commessi dal sodalizio criminale grazie a numerosissime e sofisticate tecniche d’intercettazione supportate dall’analisi della documentazione amministrativa acquisita nel tempo, consentendo di poter stimare l’illecito profitto conseguito complessivamente conseguito dagli indagati in oltre un milione di euro. L’azione dei Finanzieri testimonia il continuo impegno del Corpo nella lotta all’indebito accesso alle prestazioni assistenziali e alle misure di sostegno al reddito, a garanzia dell’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione, particolarmente danneggiate dalla crisi economica e sociale conseguente all’emergenza pandemica.

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