Perquisizioni e sequestri nell'ufficio di un giudice e nella sua cancelleria. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono stati anche in quattro studi legali e presso tre commercialisti.
Terremoto giudiziario sul Tribunale fallimentare di Lecce. Perquisizioni e sequestri nell'ufficio del giudice Pietro Errede e nella sua cancelleria. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono stati anche in quattro studi legali e presso tre commercialisti. C'è un'inchiesta con nove indagati portata avanti dalla Procura di Potenza (competente per reati contestati o subiti dai magistrati del distretto di Corte d'Appello di Lecce) che ha come filo conduttore la violazione del principio di turnazione fra i consulenti di un magistrato, tema centrale delle discussioni che si consumano quotidianamente a Palazzo di Giustizia. Si parla anche di regali che il magistrato avrebbe ricevuto, tutte circostanze in corso di accertamento - non sono dunque verità processuali - ed anche a questo scopo sono state disposte per ieri le perquisizioni dal procuratore Francesco Curcio con i sostituti Emiliana Busto ed Elena Mazzilli. Si parla di una collana tennis, favori ed utilità varie. Vengono contestate le ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari, corruzione per un atto contrario ai dover d'ufficio, concussione e turbativa d'asta. Quest'ultimo capo di imputazione riguarda una casa che risulterebbe aggiudicata ad un parente del magistrato. Per cercare riscontro a quelle che al momento sono solo ipotesi, i finanzieri hanno acquisito supporti informatici, telefoni cellulari e documentazione dal giudice del Tribunale fallimentare, e componente del collegio delle Misure di prevenzione reali e personali, Pietro Errede, 55 anni, nativo di Monopoli ma ormai residente a Lecce da anni e dagli avvocati Alberto Russi, 53 anni, originario di Galatina; Giuseppe Positano, 53 anni, di Lecce; Antonio Casilli, 59 anni, di Lecce, e Rosanna Perricci, 55 anni, di Monopoli. Sei i capi di imputazione di questa inchiesta che - indica il decreto - si è sviluppata su documenti e su fatti esposti da persone con informazioni di prima mano. Le corruzioni in atti giudiziari riguardano tre episodi. Sono ipotesi di reato che il collegio difensivo potrà contestare chiedendo l'annullamento dei sequestri al Tribunale del Riesame e fornendo prove della liceità dei comportamenti descritti.