Da Coldiretti Puglia ribadito il no all’ azzerramento di dazi e controlli. Sollecitato un pronto ravvedimento a livello parlamentare, affinchè che non avvii la deregulation destinata a cancellare il Made in Italy, mettendo in ginocchio l’agricoltura nazionale e in particolare quella pugliese.
"Così
si uccide il Meridione”, “Non svendiamo i nostri marchi storici”, “#stopCETA
per salvare il Made in Italy”, sono gli slogan delle centinaia di agricoltori
pugliesi, allevatori, oltre a consumatori, sindacalisti, ambientalisti,
rappresentanti della società civile e cittadini, intenzionati a fermare il trattato di libero scambio con il
Canada, che per la prima volta nella storia dell’Unione Europea accorda a
livello internazionale il via libera alle imitazioni dei nostri prodotti più
tipici e spalanca le porte all’invasione di grano duro e a ingenti quantitativi
di carne a dazio zero. L’iniziativa è
della Coldiretti, insieme a un'inedita e importante alleanza con altre
organizzazioni tra cui Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente,
Greenpeace, Federconsumatori. Si chiede di procedere ad una discussione
approfondita in Parlamento, prima di assumere una decisione di ratifica che
porterebbe ad un'indiscriminata liberalizzazione e deregolamentazione degli
scambi, con una vera e propria svendita del Made in Italy. Un Trattato che, denuncia
la Coldiretti, spalanca le porte all’invasione dal paese nordamericano di grano, nel 2017 si avvia un aumento del 15%
dell’importazione, una delle produzioni simbolo della Puglia e che prevede
anche il via libera all’importazione a dazio zero per circa 75.000 tonnellate
di carni suine e 50.000 tonnellate di carne di manzo dal Canada, dove vengono
utilizzati ormoni per l’accrescimento, vietati in Italia. Questi aspetti sono stati denunciati dal direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti.