35enne monopolitano muore dopo una caduta in bici: la famiglia autorizza l'espianto degli organi

Autore Redazione Canale 7 | dom, 17 lug 2022 18:04 | 6398 viste | Monopoli Incidente Prelievo-Multiorgano Donazione Organi

Un gesto di grande altruismo nonostante il dolore che permetterà a tante persone di poter riavere una vita normale

MONOPOLI - Un gesto di grande altruismo nonostante l’immenso dolore. E’ quello compiuto dalla famiglia di Fabio De Vincenzo, 35enne monopolitano, deceduto a causa di una caduta in bici avvenuta il 10 luglio. Un’emorragia interna, probabilmente, lo ha ucciso nonostante il disperato tentativo dei medici di salvarlo. Sembrava una caduta banale anche perché Fabio si era rialzato e tornato a casa ma qualche ora dopo si è sentito male ed è stato portato in ospedale dove, nonostante un intervento chirurgico, per lui non c’è stato più nulla da fare. Nonostante la disperazione i genitori del giovane hanno dato il consenso ai medici dell’ospedale “Di Venere” di Bari di espiantare gli organi. Un prelievo multiorgano quello eseguito: cuore, fegato, pancreas, reni e cornee che ora permetteranno ad altrettante persone, in lista d’attesa in diversi centri italiani, di avere una nuova e preziosa possibilità di vita. La complessa macchina della donazione si è messa in moto immediatamente dopo il consenso al prelievo. L’équipe dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione, in collaborazione con il team del Centro Trapianti e i diversi specialisti dell’Ospedale Di Venere coinvolti, ha provveduto alle operazioni propedeutiche di analisi e verifica sugli organi. I prelievi sono stati quindi effettuati in sala operatoria dalle équipe chirurgiche provenienti da Roma, Milano e Policlinico di Bari, dove sono stati destinati i diversi organi per la successiva esecuzione dei trapianti sui riceventi: fegato a Bari, cuore, pancreas e reni a Roma e Milano. Le cornee, infine, sono state prelevate e inviate alla Banca degli occhi di Mestre. La Direzione generale della Asl di Bari ha voluto ringraziare i familiari dello sfortunato 35enne  per aver permesso, grazie ad un gesto di grande generosità e altruismo, di riaccendere la speranza in tante altre persone: il loro “sì” genera nuova vita e offre un esempio di fondamentale importanza per il lavoro di tutti gli operatori sanitari impegnati nelle attività di donazione e trapianto.

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