Grandissimo gesto del Pontefice dopo che il parroco di Pezze di Greco, don Donato Liuzzi, gli aveva scritto quanto accaduto.
FASANO - Un Natale che non dimenticherà mai il fasanese Giacomo Cofano, il marito della 41enne insegnante di Pezze di Greco Viviana Delego deceduta dopo aver dato alla luce due gemellini. Un dolore fortissimo per il giovane che ha comunque trovato la forza di scrivere una bellissima lettera ai medici dell’ospedale Perrino di Brindisi che hanno cercato in ogni modo di salvare la sua amata consorte. E oggi, 25 dicembre, ecco arrivare una telefonata inaspettata: a chiamare Giacomo è stato Papa Francesco: A renderlo noto è il parroco di Pezze di Greco don Donato Liuzzi con un post su Facebook. «Mi è difficile rompere il silenzio – scrive don Donato -, ma lo faccio per dare eco alla intima gioia gustata in questo giorno del Natale del Signore insieme con il nostro carissimo Giacomo Cofano, provato dalla morte della moglie nell’atto di dare la vita a due gemellini. Ho sentito nel cuore l’ardire di bussare al cuore di Papa Francesco per raccontare di Viviana e dei gesti di vicinanza del nostro popolo. Questa mattina il Papa con umiltà disarmante mi ha indirizzato una lettera di vicinanza e nel tardo pomeriggio ha telefonato a Giacomo. Abbiamo sentito il cuore del Pastore attento e sensibilissimo. Ringraziamo il Signore per questa carezza sulla carne umana ferita che Egli viene a salvare. Ringraziamo la maternità della Chiesa, visibile negli umili gesti del Papa. È un Natale che non dimenticheremo mai». Ancora una volta la semplicità del sommo Pontefice si conferma unica. Dicevamo della lettera che Giacomo ha scritto ai medici del Perrino. L’ha consegnata alla Rianimazione rivolta a tutti i medici e gli operatori sanitari che si sono mobilitati per salvare sua moglie. Questo il testo della lettera: «Al reparto di terapia intensiva. Viviana era una donna, una moglie, una mamma fuori dal comune. Mi spiace che non abbiate avuto la possibilità di conoscerla. Amava la vita ma soprattutto amava la famiglia tanto da sacrificare la sua vita per darla a due fantastiche creature: Edoardo Maria ed Emilia Maria. In realtà tutte queste sue caratteristiche non moriranno mai. E’ vero, il normale schema della vita non dovrebbe essere questo. Non è giusto che due splendidi gemelli non avranno mai la possibilità di conoscere la loro mamma né che una bimba di sei anni (Emma Maria) non possa più abbracciare la sua stella. Ma dietro tutto questo dolore, dietro tutta questa ingiustizia c’è comunque un aspetto positivo. Aver conosciuto tutti voi, di cui non ricordo i nomi, ma che per cinque lunghi e speranzosi giorni siete stati gli angeli custodi di mia moglie, della mamma dei miei figli. Aver visto le lacrime nei vostri occhi mi ha fatto capire tutta la vostra umanità e quanto abbiate sudato, studiato per cercare di dare una speranza a Viviana. Ma purtroppo così come mi avete insegnato, in medicina due più due non fa mai quattro. Sento comunque il dovere di ringraziarvi da parte mia, di mia figlia (che spero possa fare il vostro lavoro) e di tutta la mia famiglia per l’impegno, la professionalità e l’umanità che vi rendono dei veri e propri angeli custodi in carne e ossa. Con affetto, Giacomo».