In Puglia i valori sono molto più bassi rispetto al Nord.
In Puglia la situazione non è così grave come nei capoluoghi del Nord Italia, dove i valori dei principali inquinanti sono nettamente superiori rispetto al resto del Paese. Ma c’è comunque ancora tanto lavoro da fare, soprattutto per quanto riguarda il PM10: i parametri consentiti dalla legge chiariscono che sono consentiti solo 35 giorni all’anno di sforamento della media giornaliera di emissione di 50 μg/mc e, secondo parametro, una media annuale di 40 μg/mc. Di tutte le città pugliesi prese in esame la maglia nera va ad Andria, città che ha sforato per 47 giorni il limite consentito da legge. Sul dato annuale, però, Andria resta nei limiti con un’emissione di 34 μg/mc. Ad ogni modo, secondo i dati analizzati da Legambiente, sarebbe necessaria una riduzione del 41% di produzione di PM10.
Discorso analogo, per Andria, per quanto riguarda il PM2.5, con una con una produzione media annuale di 16 μg/mc, il peggior dato delle province pugliesi, comunque al di sotto del limite normativo indicato di 25 μg/mc. Infine idem dicasi per i dati relativi all’NO2, peggior dato della Puglia insieme a Bari con 22 μg/mc, che se è vero che restano ben al di sotto del limite normativo, non è altrettanto vero che rientrano nei nuovi parametri di riferimento da raggiungere entro il 2030 (20 μg/mc), né in quelli posti dall’OMS (10 μg/mc).
"L'inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche sanitario e di salute pubblica di grande importanza. - dichiara Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l'Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a un quinto di quelli rilevati in tutto il continente. La Direttiva europea sulla qualità dell'aria, recentemente proposta, rappresenta solo il primo step di una sfida importante. Le nuove AQGs (Air Quality Guidelines) impongono un notevole adeguamento rispetto ai valori guida OMS e introducono nuove metriche, come il dimezzamento dei valori di legge attuali. Tutte le città pugliesi sono chiamate a dare il proprio contributo, in tutela della salute dei loro cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall'industria all'agricoltura. Nelle città è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, pedonalizzazioni e zone 30, uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, ecc. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso”.
A Bari i valori di PM10 sono di 23 μg/mc, quelli di PM2.5 sono di 13 μg/mc, mentre quelli di NO2 sono di 22 μg/mc. Rispettivamente, secondo le indicazioni normative la riduzione delle concentrazioni di inquinanti necessarie per ritornare ai valori al limite dovrebbero essere del 15% per il PM10, del 23% per il PM2.5 e del 10% per l’NO2. A Barletta, invece, sono stati rilevati 28 μg/mc di PM10, 11 μg/mc di PM2.5 e 17 μg/mc di NO2, per una richiesta di riduzione, rispettivamente del 2% e 9% per i primi due valori. A Brindisi, poi, sono stati rilevati una media di 21 μg/mc di PM10, 12 μg/mc, di PM2.5 e e 15 μg/mc di NO2 e servirebbe una riduzione, rispettivamente, del 4% e del 13% per i primi due valori.
A Foggia i valori medi del PM10 sono stati di 21 μg/mc, di PM2.5 11 μg/mc e di NO2 di 20 μg/mc per una necessaria riduzione, rispettivamente, del 5% e del 9% per i primi due valori. A Lecce, poi, la concentrazione media di PM10 è stata di 21 μg/mc, di 12 μg/mc di PM2.5 e 12 μg/mc di NO2 e dunque la riduzione dovrebbe essere, rispettivamente, del 5% e del 17% per i primi due valori. A Taranto, infine, i valori medi annuali nel 2022 sono stati di 21 μg/mc di PM10, 11 μg/mc di PM2.5 e 18 μg/mc di NO2, per una richiesta di riduzione, rispettivamente del 6% e del 9% per i primi due valori.