Lo studio è stato effettuato dal critico d’arte Carmelo Cipriani.
Sono 335 le opere, tra dipinti, sculture, incisioni, fotografie e vecchie carte geografiche, molte delle quali doni di artisti nati o attivi a Monopoli, catalogate dal Comune di Monopoli nell’ambito del progetto “Arte in Comune” avviato dall’Assessorato alla Cultura.
Il lavoro è stato commissionato al curatore, esperto e critico d’arte Carmelo Cipriani che ha ideato il progetto nell’ambito del quale ha già curato il censimento e lo studio del patrimonio artistico di diversi comuni pugliesi tra cui Ruvo di Puglia, Lecce e San Cesario.
È stato avviato uno studio analitico del patrimonio artistico comunale non musealizzato, al fine di garantire la restituzione di tale “patrimonio latente” alla comunità e ai visitatori evitando, al contempo, che tali opere versino in stato di abbandono con rischi di danneggiamento o dispersione. Dopo circa un anno di ricerca e studio la prima fase del lavoro è stata completata con un accurata mappatura e schedatura di tutte le opere rinvenute appartenenti al patrimonio del Comune di Monopoli con l’obiettivo di giungere in futuro alla redazione di un catalogo.
Tra le opere emergono per qualità La Primavera (1880) e il Progetto per la Sala d’ErcoIe nel Real Palazzo di Napoli (1865) di Ignazio Perricci, La veduta di Monopoli (1974) di Paolo Intini, Volto di donna di Francesco Cavallazzi, Marina di Chuspa (1981) di Agostino Di Munno, Riscatto della città durante l’assedio da parte delle donne e Donne con cavallo di Onofrio Bramante, Omaggio a Giovanni Paolo I (1978) di Nino Brescia, Cala Portavecchia e Paesaggio di Ciccio Mitrotti e tre nature morte di Luigi Russo.
Sono state catalogate opere di pregio, degne di tutela, valorizzazione e musealizzazione e, in particolare, il Paesaggio di Onofrio Martinelli, Mattanza (1951) e Mare (1961) di Enrico Accatino, Ragazza di Puglia di Alberto Bona, Composizione con orologio (1965) di Cherif Sohbi, il Busto di Ferdinando Palasciano di Tommaso Piscitelli, il Ritratto di Orazio Fiume di Lia Pasqualino Noto, il Paesaggio di Benito Gallo Maresca, Il seminatore di Antonio Pinto, la Natura morta di Edgardo Sambo, la Natura morta con busto (1977) di Gianni Calignano.
A queste si aggiungono l’affresco staccato della Madonna con Bambino, angeli e committenti, detta “Madonna della Seta” di ignoto frescante pugliese del XIV secolo, opera preziosissima, alcuni reperti lapidei del XV-XVI secolo, due anfore romane per il trasporto marino e alcuni dipinti databili al XVII e XVIII secolo, entrate nel patrimonio comunale in seguito alla soppressione degli ordini monastici nel XIX secolo, attualmente collocate in Palazzo di Città, tra Ufficio del Sindaco e Sala Consiliare.