Nel dettaglio il progetto dell'ingegnere Massimo Rubino.
Parola d’ordine
trasparenza. Per questo la Serim ha deciso, ieri, di mostrare per la
prima volta al pubblico l’area interessata al cantiere di Costa
Ripagnola. Pietra locale per i rivestimenti interni e legno per i
solai così da recuperare i trulletti in decadimento eliminando
piastrelle in ceramica e cemento armato oggi presenti, rendendoli
cellule alberghiere. Sette in totale in grado di accogliere gli
appassionati di un turismo lento e sostenibile, a contatto con la
natura. All’esterno di ogni cellula, basolato a secco e piccoli
gruppi di macchia mediterranea. Ma anche una struttura amovibile in
legno, da adibire a solarium, e servizi di ristoro dedicati ai
visitatori del luogo che sarà finalmente aperto alla fruizione
pubblica per attività legate al tempo libero e alla balneazione.
Infine, valorizzazione degli itinerari archeologici e paesaggistici,
preservando le grotte “dei Ladroni” e “del Guardiano”, le
praterie perenni, il recupero della pineta e delle coltivazioni
agricole tipiche. E’ il progetto che ha voluto spiegare nel
dettaglio l’ingegnere Massimo Rubino, progettista della Serim che
ieri mattina ha accompagnato nella visita un nutrito gruppo di
persone che preventivamente si erano prenotate oltre a giornalisti,
rappresentanti delle istituzioni, referenti delle associazioni
culturali, dirigenti scolastici e tecnici. Un servizio nel telegiornale.