Il movimento d'opposizione di Monopoli spiega il perchè del voto contrario in consiglio comunale al bilancio previsionale.
Il Bilancio del Comune di Monopoli, presentato mercoledì in Consiglio Comunale, ha una consistenza di 119milioni di euro e una spesa corrente di poco più di 46 milioni compensata da entrate, soprattutto tributarie, di 47milioni e mezzo. La pressione fiscale sui cittadini, che ci è stato assicurato non subirà aumenti, è consistente. Basti pensare che il 78,5% delle spese, eccetto le opere pubbliche, sono soddisfatte dalle tasse pagate dai cittadini. Un numero molto elevato tenuto conto della fotografia che l’Istat fa della società monopolitana. Su 48mila abitanti solo 11 mila lavorano, metà di questi nel campo turistico, con tempi e retribuzioni parziali legati alla volubilità della stagione meteorologica, e che solo 5.000 contribuenti su un totale di 26.555 supera un reddito di 26mila € annue. Il settore turistico tira ma il resto delle attività produttive sono in sofferenza con decrementi importanti nel commercio e nel manifatturiero.
Il nostro compito di oppositori ci porta a indagare sotto la pelle della realtà, a essere attenti a quello che non si nota immediatamente, a mettere criticamente la testa nella complessità della società.
E così mentre siamo stati soddisfatti del lavoro tecnico operato dall’assessore Napoletano e dal suo staff nella redazione del bilancio di previsione, abbiamo rilevato che le scelte politiche dell’amministrazione Annese vanno nella direzione di una città che gode di numerose entrate economiche ma che si siede su quanto realizzato in questi anni, che procede verso una cementificazione senza regole e con alti costi, e che sfugge con lo sguardo le emergenze vere dei cittadini.
Le grandi questioni del nostro tempo, quella ambientale, la riduzione delle disuguaglianze, le pari opportunità di genere, il calo demografico sono rimaste nell’oblio. La tassa sui rifiuti viene aumentata in proporzione al rincaro del costo della raccolta e ancora non c’è una tariffazione puntuale che tenga conto di premialità per i cittadini virtuosi. Manca un progetto per far diventare il rifiuto una ricchezza attraverso il riuso e il riciclo. L’emergenza casa e l’urgenza di lavoro non trovano alcun sostegno economico. Le politiche sociali, malgrado l’inflazione galoppante e la perdita del Reddito di Cittadinanza, non presentano alcun miglioramento finanziario. La cultura ripropone eventi consolidati nel tempo senza una verifica della loro efficacia sulla crescita umana e sapienziale della comunità, ma solo in un’ottica turistica. Qualche sprazzo di novità proprio solo su quest’ultimo aspetto, dove sembra si imbocchi una via strutturale con la buona intenzione di integrare i bisogni dei cittadini con quelli dei turisti e dei visitatori.
Per noi la costruzione di un Bilancio, come strumento di programmazione, deve essere fatta partendo dalle esigenze e dalle necessità di un territorio, chiedendosi prima cosa serve per investire in quella direzione. Questo Bilancio non lo ha fatto e noi non lo abbiamo approvato.
Angelo Papio
Maria Angela Mastronardi