Per la Procura brindisina volevano uccidere i quattro monopolitani arrestati

Autore Redazione Canale 7 | mer, 21 feb 2024 18:59 | 2814 viste | Brindis Fasano Procura-Della-Repubblica Carabinieri Arresti Cronaca

Sono stati arrestati  per tentato omicidio e sequestro di persona.

Per la procura brindisina i quattro monopolitani arrestati ieri per tentato omicidio e sequestro di persona, analizzando i loro atteggiamenti, volevano picchiare sino ad uccidere. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che dopo la prima violenta aggressione avvenuta a Monopoli ai danni di un 29enne ne è seguita una seconda, altrettante feroce, a Fasano, con i quattro che avrebbero colpito il ragazzo, per due minuti di seguito, anche quando era a terra inerme. In manette sono finiti Luigi Colucci detto Mauro, 53 anni (già noto alle forze dell’ordine, suo figlio Pasquale detto Alino, di 21 e altri due coetanei: Nicolò Zampa e Alessio Renna.  Il 29enne (residente comunque a Milano dove era ristretto ai domiciliari per fatti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti e che era evaso per trascorrere, a suo dire, qualche giorno al mare prima di consegnarsi alle forze dell’ordine), dopo essersi impossessato del casco e delle chiavi della moto di Pasquale Colucci parcheggiata all’esterno di un lido balneare, è stato colpito con numerosi calci e pugni, anche con una noccoliera e uno sfollagente, da tre degli arrestati che poi lo hanno portato a Fasano dove Luigi Colucci, autista soccorritore del 118 lo ha nuovamente aggredito. Non solo. I quattro lo hanno lasciato privo di sensi e sono andati via senza mostrare, scrive la Procura, “alcuna preoccupazione per le sue condizioni di salute, né se fosse vivo o morto, astenendosi anche successivamente dal prestargli soccorso”. Oltre tutto l’aggressione era avvenuta nel cuore della notte, quindi senza transito di auto e persone che avrebbero potuto aiutare il 29enne. Contestate anche le aggravanti dei futili e sproporzionati motivi in quanto Colucci aveva già recuperato le chiavi della moto, erano quattro contro uno (di notte e in un luogo isolato) e per di più il giovane picchiato non ha voluto recarsi in ospedale perché sapeva che lì vi era uno di quelli che lo avevano picchiato.(A.S.)

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