Lo stesso dicasi per il sindaco di Triggiano Antonio
Donatelli che si è dimesso.
Sandrino Cataldo (ai domiciliari) ha risposto a tutte le domande della gip Paola Angela De Santis nell’interrogatorio di garanzia. Assistito dall’avvocato Mario Malcangi, ha spiegato l’inesistenza delle condotte a lui contestate. Cataldo è accusato di aver architettato un sistema di compravendita di voti, pagati 50 euro per ogni elettore, per le elezioni di Triggiano del 2021 e di Grumo Appula del 2020, compravendita di cui avrebbe beneficiato anche sua moglie, l’ex assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, indagata. Ha negato davanti a gip e pm l'esistenza di un «sistema Sandrino» e si è detto estraneo a qualsiasi ipotesi di compravendita. «È tutto nato da una suggestione investigativa - ha detto al termine dell'interrogatorio di garanzia il suo avvocato, Mario Malcangi - ha negato il pagamento di 50 euro a voto. I problemi di corruzione elettorale sono documentati, ma non sono in alcun modo ascrivibili né fanno capo a lui». Su Armando Defrancesco, accusatore di Cataldo, il legale ha detto che si tratta di «un soggetto su cui va fatta una ponderata valutazione», e che comunque «si è sempre rifiutato di rendere dichiarazioni alla Guardia di Finanza». Per Cataldo è stata infine chiesta l'attenuazione della misura cautelare. Ha risposto a tutte le domande del gip e dei pubblici ministeri, respingendo le accuse e annunciando le sue dimissioni irrevocabili da sindaco di Triggiano, anche l'ormai ex primo cittadino del Comune barese Antonio Donatelli, ai domiciliari dal 4 aprile scorso con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.(A.S.)