Arrestati Pisicchio, il fratello e altre tre persone. Tra questi il 58enne monopolitano, Cosimo Napoletano.
Corruzione in relazione a tre appalti truccati. Con questa
accusa la guardia di finanza ha arrestato ieri pomeriggio ai domiciliari i
fratelli Alfonsino ed Enzo (detto Roberto) Pisicchio, nell’ambito di una
inchiesta della Procura di Bari. I reati contestati all’ex assessore regionale
insieme ad altre sei persone (una finita in carcere, quattro agli arresti
domiciliari, due destinatarie del divieto di esercitare le attività
professionali per 12 mesi) sono corruzione per atto contrario ai doveri
d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata
per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata
libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. In
tutto sono 15 gli indagati, a vario titolo, nel fascicolo del pm di Bari,
Claudio Pinto. I provvedimenti di arresto, firmati dal gip Ilaria Casu su
richiesta della Procura, hanno riguardato oltre all'ex assessore regionale
Alfonsino Piscchio e il fratello Enzo (presidente del partito Iniziativa
Democratica), anche il broker Cosimo Napoletano, 58 anni di Monopoli, finito
invece in carcere; mentre hanno beneficiato dei domiciliari il dirigente
comunale Francesco Catanese, barese 59enne, e l'imprenditore Giovanni Riefoli,
58 anni originario di Barletta ma residente a Bari. Interdetti dall'attività
professionale per 12 mesi Vincenzo Iannuzzi di Maratea e Grazia Palmitessa di
Castellana Grotte. Il nucleo di polizia economico- finanziaria sta inoltre
eseguendo sequestri di beni nella disponibilità di due degli indagati (Vincenzo
Rinaldi e Cosimo Napoletano) per un valore complessivo di circa 800 mila euro.
L’operazione nasce – secondo quanto emerge dagli atti - dalle dichiarazioni
rese ai carabinieri del Noe dalla dirigente regionale Barbara Valenzano circa
irregolarità commesse da un funzionario del settore attività estrattive.(A.S.)