Attività del clan Parisi: in carcere un 62enne barese

Autore Redazione Canale 7 | gio, 25 apr 2024 10:30 | 471 viste | Bari Polizia-Di-Stato Arreso Cronaca

L'uomo è stato arrestato dagli agenti della Questura, in seguito all'attività investigativa emersa nell'indagine “Codice interno”.

La Squadra Mobile della Questura di Bari ha sottoposto a detenzione carceraria, in esecuzione di un provvedimento emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Bari, un pregiudicato barese di 62 anni, con precedenti giudiziari per associazione a delinquere di stampo mafioso, rapina aggravata, sequestro di persona e porto abusivo di armi da fuoco; soggetto dalla notevole caratura criminale, ritenuto contiguo al clan “Parisi”,  la cui figura era emersa nell’ambito della nota operazione di polizia giudiziaria “Codice Interno”, eseguita dalla Polizia di Stato, che ha portato all’arresto, nel febbraio scorso, di 137 individui, ritenuti vicini alla consorteria di tipo mafioso “Parisi/Palermiti”.

L’esecuzione del provvedimento giudiziario in argomento rappresenta la diretta conseguenza di una dettagliata informativa di reato, depositata dalla Squadra Mobile, presso la locale Procura della Repubblica - D.D.A., con la quale erano stati cristallizzati e documentati i comportamenti, profondamente anti-giuridici ed improntati alla illegalità, posti in essere dal pregiudicato tratto in arresto, in costanza di detenzione domiciliare.

In effetti, l’attività investigativa svolta ha ampiamente dimostrato come il 62enne attinto dal provvedimento giudiziario sia un soggetto dalla notevole caratura criminale, ritenuto contiguo al clan “Parisi”, costantemente impegnato nel tessere relazioni criminali, nonostante stesse scontando una pena in regime di detenzione domiciliare.

Tra i soggetti che, nel corso dei mesi precedenti, hanno “frequentato” la casa del predetto, spicca altresì la figura di un noto avvocato barese, già consigliere della Regione Puglia, arrestato nell’ambito dell’operazione “Codice Interno”.

Nel dettaglio, è stato documentato come, in una circostanza l’ex politico barese si sia recato presso l’abitazione del pregiudicato, ove quest’ultimo era ristretto in regime di detenzione domiciliare, per proporre investimenti finanziari, palesemente illeciti e fraudolenti.

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