Lo denuncia la Copagri
La spesa dei fondi europei del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 vede la Puglia penultima tra le regioni meridionali con una percentuale di spesa del 9,6% pari a poco più di 157 milioni di euro a fronte di una dotazione complessiva di quasi 1.640 milioni di euro. La Sicilia può vantare una spesa di oltre 350 milioni (15,9%) e la Calabria, con una percentuale di spesa del 18,2%, ha già superato la soglia del disimpegno previsto per il 31 dicembre 2018. E il penultimo posto della Puglia rischia di diventare l’ultimo perché la regione attualmente fanalino di coda, la Campania, ha chiuso i bandi, ha definito le graduatorie e deve procedere solo alle liquidazioni.
E’ quanto si evince dai dati ufficiali di fonte Agea al 30 novembre 2017 definiti dalla Copagri Puglia che li ha diffusi “preoccupanti in quanto confermano le enormi difficoltà che il Psr incontra nella regione a quasi 3 anni dalla sua approvazione. E non bisogna dimenticare – sottolinea la Confederazione dei Produttori Agricoli di Puglia – che questa spesa è stata comunque realizzata principalmente con i progetti della vecchia programmazione messi in carico al nuovo Psr perché non completati e ammontano complessivamente a circa 150 milioni di quota comunitaria”.
Una situazione che – per la Copagri – “diventa allarmante per le attese e le speranze delle aziende agricole se si considerano le difficoltà in cui versano i bandi per i quali spesso è impossibile predisporre le graduatorie definitive, come nel caso delle misure ambientali e dell’innovazione misura 16.1, nonostante sia trascorso anche più di un anno”.
“Nelle prossime ore, invece, - annuncia la Copagri - pioveranno decine di ricorsi al Tar per le contestate graduatorie del bando della misura 4.1 relativa agli investimenti nelle aziende agricole generate da un anomalo sistema informatico di attribuzione dei punteggi tanto che dopo 15 mesi ci si è accorti che si deve procedere all’istruttoria di verifica dei dati rilasciati in autodichiarazione e contenuti nel mal funzionante sistema informatico Eip (Elaborato Informatico Progettuale). Peraltro – sottolinea l’organizzazione professionale agricola - 3.200 domande per 1 miliardo e 144 milioni di investimenti non possono essere considerate un successo considerando che la disponibilità finanziaria di soli 120 milioni è dieci volte inferiore alle richieste e può dare risposte solo a un quinto delle aziende, circa 600. Se questo è il risultato – commenta la Copagri - questo bando ha solo creato aspettative che non possono essere soddisfatte e dopo tanti ritardi le imprese si sentono beffate.
A meno che – conclude la nota della Copagri – non si vogliano evitare eventuali disimpegni proprio grazie alle azioni giudiziarie che comunque provocheranno un ulteriore battuta di arresto in una situazione già di stallo”.