Pendolaria 2017: al sud cresce l'utilizzo del treno

Autore Redazione Canale 7 | ven, 19 gen 2018 10:52 | 2289 viste | Legambiente Pendolaria-2017 Trasporti Treno Attualità

Secondo l'indagine di Legambiente la Puglia è la regione del Sud che mostra la crescita più netta e costante di pendolari


La mobilità su ferro ha visto aumentare in questi anni il numero di persone che complessivamente ogni giorno prende il treno. In Puglia si è passati da 80mila (nel 2009) a quasi 150mila (nel 2017) passeggeri che si muovono preferendo il treno ad altri mezzi di trasporto.

A fotografare la situazione è Pendolaria, il Rapporto annuale di Legambiente che analizza nel dettaglio numeri e storie di un’Italia a due velocità dove le disuguaglianze da regione a regione contraddistinguono il trasporto ferroviar

 

Se da un lato aumenta il numero complessivo dei pendolari, dall’altro non mancano le differenze sulla rete ferroviaria, segnata da treni regionali spesso troppo vecchi e lenti. Differenze e disuguaglianze nel Paese sono da individuare, secondo Legambiente, in alcuni errori compiuti in questi anni nelle politiche dei trasporti (riduzioni treni e aumento delle tariffe) e nel modo diverso con cui le Regioni hanno gestito il servizio dopo il trasferimento delle competenze nel 2001,con tagli ai servizi ferroviari e aumento del costo dei biglietti.

 

Al Sud poi l’Alta Velocità si ferma a Salerno e, malgrado la continuazione di alcune Frecce verso Reggio Calabria, Taranto o Lecce, il numero in rapporto a quelli che circolano al Centro-Nord di questi treni è insignificante.

 

Riguardo ai finanziamenti statali per le infrastrutture, questi restano la nota dolente. Da quanto emerge da Pendolaria, dal 2002 ad oggi i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade e solo per il 13% le reti metropolitane. Anche le Regioni continuano a scegliere strade e autostrade come priorità degli investimenti.


Eppure, dove si investe nella cura del ferro il numero dei pendolari cresce e aumenta la voglia di spostarsi in treno, come è accaduto in Puglia: la nostra è la regione del Sud che mostra la crescita più netta e costante di pendolari negli ultimi anni, passando dai 108.100 del 2011 ai 149.714 del 2017, con un incremento del +38,5%, per una estensione ferroviaria della rete pari a 1.542 km.

 

Secondo il Rapporto Pendolaria la questione meridionale per il trasporto ferroviario esiste davvero: muoversi da una città all’altra, su percorsi sia brevi che lunghi, può portare a viaggi di ore e a dover scontare numerosi cambi obbligati anche solo per poche decine di chilometri di tragitto.

 

In particolare, al sud circolano meno treni e i convogli sono più vecchi. In Puglia l’età media del materiale rotabile è nettamente più alta, pari a 19,2 anni, rispetto ai 13,3 del Nord e a quella nazionale di 16,8 - e sono più lenti, sia per problemi di infrastruttura sia perché circolano treni vecchi e non più adatti alla domanda di mobilità. In Puglia i treni con più di 15 anni sono pari al 41,1% del totale (214).

 

Tuttavia Pendolaria 2017 racconta anche le storie di successo: in Puglia un esempio consolidato è quello del collegamento Bari-Aeroporto, con tempo di percorrenza di soli 14 minuti ed il nuovo materiale rotabile da 230 posti. Sono stati infatti 240mila i viaggiatori totali annui, con numeri in costante ascesa dal 2013.

 

Non solo, un’altra buona pratica da segnalare è quella dell’introduzione del biglietto ferroviario integrato in Puglia. Nel corso del 2014 sono infatti entrati in vigore gli accordi per la tariffazione unica tra Ferrotramviaria, Trenitalia e Ferrovie Appulo Lucane. Solo il bacino d’utenza legato all’accesso all’aeroporto di Bari Palese coinvolge circa un milione di abitanti mentresono 116 le località servite in tutta la Regione (a cui si aggiungono quelle della Basilicata per FAL).

 

Ci sono poi gli spazi abbandonati che vengono rigenerati e i parcheggi preesistenti resi depositi adeguatamente sorvegliati nei pressi delle stazioni, dove viaggiatori e pendolari possono prendere il treno giungendovi in bicicletta anziché in auto, sapendo di poter contare su un luogo sicuro, situato in una zona strategica. Questi sono i vantaggi per chi decide di utilizzare i servizi messi a disposizione dalle velostazioni, oltre che supportare la mobilità sostenibile e il miglioramento della qualità dell'aria, e disincentivare l’utilizzo delle auto incrementando quello delle biciclette. In Puglia,

 

dopo l’inaugurazione nel marzo 2016 della Velostazione a Bari ed il costante svecchiamento della flotta circolante sia in Puglia sia in Basilicata le 12 stazioni FAL hanno introdotto una free wi-fi zone  diventando così  aree hot spot WiFi nelle quali si può navigare gratuitamente. Altra novità è ‘l’alberello Oscar’ per ricarica veloce e gratuita di smartphone e tablet, già attivo a Bari Centrale, progettati da Energy by Oscar, una start up pugliese fondata da 4 giovanissimi soci e vincitrice della prima edizione del bando Start & Smart promosso da Ministero dello Sviluppo Economico e Invitalia.

“L’aumento dei passeggeri sulle linee ferroviarie pugliesi è indubbiamente un fenomeno positivo – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – così come sono importantissimi i casi virtuosi della Velostazione FAL per le biciclette, del collegamento ferroviario tra l’Aeroporto di Bari e il centro città e il sistema di biglietto integrato, che consente di viaggiare su mezzi diversi di altrettanti gestori. Ma non basta. È necessario investire di più e meglio sulla qualità del parco mezzi. I treni pugliesi, come emerge in modo evidente dal Rapporto Pendolaria 2017, sono tra i più vecchi in Italia. Anche la rete ferroviaria necessita di investimenti più consistenti, se davvero si vuole ridurre lo smog e l’inquinamento. In Italia, invece, si continua a destinare la maggior parte dei fondi per le infrastrutture a strade e autostrade: bisogna invertire, letteralmente, la marcia, se vogliamo davvero offrire un servizio di qualità ai cittadini e salvaguardare l’ambiente in modo concreto. La questione meridionale – conclude Tarantini – si risolve soprattutto sul terreno delle infrastrutture: i trasporti hanno ricadute sul turismo, sull’economia e sulla qualità della vita e devono essere al centro dell’agenda politica nazionale e regionale”

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