Dissapori familiari all'origine del fatto di sangue avvenuto nel primo pomeriggio
LOCOROTONDO - Tentato omicidio a Locorotondo. Ad essere preso di mira un 33enne impiegato del Caseificio Consoli sito in via Fasano. Il giovane è stato ferito da diversi colpi di pistola esplosi dall’ex suocero, un 56enne tarantino, residente nel rione Paolo VI dove gestisce un bar. Secondo alcune testimonianze l’uomo, dopo aver parcheggiato la propria auto davanti ad un supermercato, si sarebbe prima recato in un bar vicino dopo di che si è affacciato all’ingresso del caseificio chiamando fuori l’ex genero. Tra i due è scoppiata una discussione e ad un certo punto il tarantino ha estratto una pistola sparando verso il 33enne che ha anche tentato la fuga. Dopo aver sparato l’uomo si è messo in auto ed è scappato in direzione Martina Franca dove si è anche liberato dell’arma. I primi a soccorrere il ferito sono stati gli altri operai del caseificio che hanno allertato il 118 prontamente intervenuto. I sanitari hanno trasportato il ferito al Policlinico di Bari. Non correrebbe pericolo di vita.
Sul luogo del tentato omicidio si sono portati anche i carabinieri della Stazione di Locorotondo e del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Monopoli coordinati dal capitano Emanuele D’Onofri che ha voluto personalmente seguire i rilievi della scientifica e le prime indagini. Proprio i militari dell’Arma della Compagnia monopolitana hanno arrestato il tentato omicida e con lo stesso hanno setacciato la strada che collega Locorotondo a Martina Franca alla ricerca dell’Arma. Per permettere le ricerche il tratto di strada è stato anche interdetto al traffico. Cinque i colpi sparati, con una calibro 22, all’indirizzo del 33enne di cui uno si è conficcato in un’auto parcheggiata proprio davanti al caseificio. All’origine della vicenda vecchi dissapori familiari.