Si aprono speranze per salvare l’ex Ilva di Taranto con il
pagamento delle imprese dell’indotto, mentre il governo pensa ad una
partecipazione nella gestione del siderurgico.
Le aziende dell’indotto ex Ilva di Taranto sono pronte a togliere i presidi davanti ai cancelli, ma solo dopo che saranno emessi gli assegni da parte di Arcelor-Mittal, come promesso. Insomma una schiarita su questo fronte si è avuta, dopo l’impegno preso dal colosso siderurgico con ex commissari, presidente della Regione Emiliano, sindaco di Taranto Melucci e locale Confindustria,di evadere tutte le spettanze con l’indotto maturate al 31 ottobre scorso. Intanto, mentre si pensa a perfezionare la reintroduzione dello scudo penale che molti problemi sta comportando ai rapporti nel governo giallorosso, l’esecutivo starebbe pensando ad una compartecipazione dello stato nel futuro del siderurgico jonico. Insomma sarebbe pronto un piano a rispolverare una specie di Iri. Su questa opportunità sembra favorevole il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. E su questa direttrice si potrebbe sviluppare un discorso con Invitalia, l’agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa di proprietà dello stesso ministero. E su questo fronte c’è già un giudizio positivo della Cgil, nell’ottica di rilanciare il paese come in passato da parte dell’Iri.