Coronavirus: Emiliano e Giannini scrivono a De Micheli e Bonaccini su riforma trasporti

Autore Redazione Canale 7 | gio, 30 apr 2020 17:45 | 1786 viste | Regione-Puglia Emiliano Giannini De-Micheli Bonaccini Trasporti Attualità

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e l’assessore ai Trasporti,  Giovanni Giannini, hanno inviato oggi al Ministro del Trasporti, Paolo De Micheli e al presidente della Conferenza Stato Regioni, Stefano Bonaccini, una lettera sulla questione della mobilità e dei trasporti durante l’emergenza Covid-18ì9. La lettera è stata inviata anche a Anci e Upi nazionali.

“L’esplosione della pandemia da COVID-19 ha dato origine ad una serie di problemi che hanno generato una vera e propria emergenza, non solo sanitaria ma anche economica e sociale. L’intero Paese è impegnato nella lotta per debellare il virus e, nel contempo, a governare la fase emergenziale in atto. Ciò però non deve indurre a trascurare la tempestiva programmazione e il governo dei fenomeni e delle tematiche che si dovranno affrontare alla ripresa. Il settore del trasporto pubblico merita una particolare attenzione, specialmente quello locale, stante la sua alta valenza industriale, economica, sociale ed ambientale (esso infatti produce un giro di affari complessivo annuo di oltre 12 miliardi di euro, coinvolgendo più di 1000 aziende, una forza lavoro totale di circa 126 mila addetti e 5,4 miliardi di passeggeri all’anno). La mobilità è un diritto costituzionalmente garantito attraverso il quale viene assicurato il godimento di diritti di pari livello: lavoro, studio, salute. Necessitano dunque adeguate risorse da assicurare attraverso il potenziamento del Fondo Nazionale Trasporti, onde fornire un’offerta adeguata alla domanda con standard qualitativi rispettosi delle esigenze e della dignità di chi utilizza, o si vede costretto a utilizzare, il mezzo di trasporto pubblico.

In questo momento la fase dell’emergenza viene gestita in modo sufficiente in virtù delle contrazioni e delle riduzioni del servizio, conseguenti alla chiusura delle scuole, delle attività produttive e degli esercizi commerciali. Ma che succederà all’atto della ripresa? Certamente, permanendo le misure sanitarie di prevenzione e di contrasto al virus (rispetto della distanza di un metro sui mezzi pubblici e alle fermate, nelle stazioni, nei porti e negli aeroporti), non si potrà rispondere al ritorno massiccio della domanda e affrontarlo solo con l’incremento dell’offerta. Ciò perché si determinerebbe la necessità di aumentare i mezzi di trasporto (treni, bus, navi e aerei) con una lievitazione esponenziale delle risorse insostenibile per i bilanci regionali e dello Stato.

                    Appare dunque necessaria una politica di governo dei flussi di movimentazione della popolazione attraverso provvedimenti di diversificazione degli orari di funzionamento della città. Una diversa organizzazione delle attività produttive, commerciali, scolastiche e degli uffici pubblici, che elimini il concetto di ora di punta e il rischio di assembramenti, sia in attesa del mezzo pubblico che a bordo dello stesso. Peraltro il governo e la diluizione dei flussi di entrata e di uscita nelle aree urbane comporterebbe anche il decongestionamento del traffico, la riduzione delle immissioni di CO2 in atmosfera e la possibilità di implementare, anche attraverso incentivi, la diffusione in sicurezza dell’uso della bicicletta e di altre forme di mobilità sostenibile. Mi permetto, pertanto, di sollecitare un intervento del Governo centrale, che ella mi risulta ha già sensibilizzato, con l’adozione di idonei provvedimenti che consentano a livello locale di affrontare con maggiore efficacia e minore ansia problemi di natura strategica e di tenuta della coesione sociale. L’emergenza COVID-19 può rappresentare un’occasione per rifondare il concetto di mobilità e progettare un modello moderno, efficientato e sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini”.

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