Il genitore del ragazzo racconta cosa realmente è successo elogiando il comportamento dei primi soccorritori e dei vigili del fuoco
MONOPOLI - Dal padre del 14enne feritosi durante un tuffo a Polignano a Mare lo scorso 21 agosto riceviamo e pubblichiamo:
Fare il genitore è certamente il mestiere più difficile ed impegnativo del mondo. Ma forse, anche per questo il più bello e quello che ti espone alle emozioni e alle tensioni più forti. Venerdì 21 agosto queste tensioni hanno raggiunto un livello piuttosto elevato per me: sono arrivato prima di tutti i soccorsi a Polignano nel punto in cui mio figlio, quasi 15enne, mentre si allenava ed era in compagnia di amici, ha avuto un piccolo incidente. E’ il caso di dire che i tuffi e il mare erano la sua passione, sin da piccolo, dopo i primi corsi di nuoto e i numerosi tuffi collaudati negli anni. Nessuna bravata o tuffo acrobatico come indicato da tanti, forse da molti. Piuttosto un errore tecnico fatto nell’ingresso in acqua nel corso di un tuffo che gli è costato una frattura scomposta alla testa dell’omero del braccio destro. Tre angeli custodi, in particolare Fabio (già in servizio nella Polizia di Stato e pluribrevettato in numerose specialità militari), Francesco e Gianluca (due allievi incursori dell’Aereonautica del 17° stormo Furbara) lo hanno soccorso per primi salvandolo da una grandissima situazione di pericolo di vita per l’imprevista impossibilità di mio figlio di risalire sulla scogliera non avendo più la funzionalità di un braccio. A loro va più della mia gratitudine, perché oltre a saperlo soccorrere lo hanno messo in sicurezza su uno scoglio piatto perché non poteva essere compreso il trauma esatto nell’immediatezza e lo hanno tranquillizzato e rasserenato come avrebbe fatto un fratello maggiore. Hanno addirittura ingegnosamente saputo usare dei teli mare annodati tra loro per immobilizzare le parti sottoposte a trauma e questo ci deve far capire quanto sia importante essere formati per le manovre di primo soccorso. Io c’ero, ho visto tutto e appena arrivati i vigili del fuoco dopo alcuni tentativi di spostarlo si è compresa l’impossibilità di trasportare mio figlio dalla ripida e inaccessibile scogliera sull’ambulanza del 118, nonostante fosse giunta immediatamente sul posto. Il coordinatore dei soccorsi dei vigili del fuoco (CR Disanto Francesco) e la squadra del distaccamento dei VVFF di Monopoli (CS Fanizzi Michele, VFC Fanzarino Giuseppe, VF Rosafio Giuseppe, VD Volpe Michele) insieme al primo soccorritore Fabio non si sono persi d’animo. In sintonia immediata hanno fatto sistemare il ragazzone su una barella rigida definita “spinale”, poi lo hanno immobilizzato con l’ausilio di un dispositivo che si chiama “ragno”. Sul luogo dell’intervento ho visto sopraggiungere anche il nucleo soccorso acquatico di superficie con moto d’acqua (CR De Mauro Francesco, CR Altini Emanuele) supportati dal battello pneumatico con a bordo i sommozzatori (CR Magrone Pasquale, CS Tommasicchio Paolo) e il conduttore (Santaniello Fabio) e un equipaggio della Capitaneria di Porto di Monopoli. Quando si è capito che l’intervento risolutivo poteva essere solo l’arrivo dell’elicottero del reparto volo dei VVFF (equipaggio: PADCS Marsella P., Isp Baldini L., CR Sgobba G., VF Valletta M., CR De Stefano D., VF Mangino M), i coordinatori dei soccorsi hanno preso tutti i parametri vitali, peso, coordinate di longitudine e latitudine inviando le informazioni all’equipaggio in volo. All’arrivo dell’elicottero ho partecipato insieme alla Polizia Locale di Polignano a Mare ad allontanare molte persone dalla zona delle operazioni per lasciare spazio alle manovre dei soccorritori. In quel momento ero un padre, ma mi sono inserito in quella che era una sinfonia di soccorsi i cui componenti suonavano quasi senza la necessità di un direttore d’orchestra. Sono stato orgoglioso da italiano, ancor prima che da padre, di vedere la passione, la professionalità delle forze dell’ordine e dei soccorritori tutti, nelle operazioni che riguardavano mio figlio. Quelle immagini, come molte che ho dovuto vedere negli anni del mio impegno professionale, resteranno indelebili nei miei ricordi e ci tenevo a ringraziare uno ad uno questi eroi che quotidianamente sono al servizio dei cittadini. In quei momenti sentivo e percepivo che mio figlio era al sicuro e che in pochi minuti sarebbe stato portato in un ospedale, pur trovandosi in un punto veramente complicato per il suo recupero. Certo, poi la preoccupazione è proseguita nei giorni successivi: per trattare la complicata frattura sono stati realizzati due interventi presso l’Ospedale Giovanni XXIII di Bari ed ancora mi sento di ringraziare tutta l’equipe dei medici e dei sanitari dell’”Ospedaletto”, oltre a ripetermi per i ringraziamenti per il personale del 118 (una citazione particolare per il sig. Satalino che mi ha indicato dove stavano portando mio figlio). Ecco, quando sento criticare dai leoni (anzi dai conigli) da tastiera gli uomini dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine, delle forze armate e del personale sanitario, vorrei potervi spiegare quanta sicurezza ho percepito come padre in quegli istanti perché erano loro a trasmettermela e questo semplicemente mi accadeva osservando i loro movimenti collaudati, frutto di preparazione e professionalità. E ogni volta che per il gusto di apparire da parte dei conigli di cui sopra, leggo di offese gratuite, minacce, sberleffi a queste donne e uomini che quotidianamente mi fanno sentire e ci fanno sentire di essere orgogliosamente italiani, mi indigno profondamente. Per quanto accaduto a mio figlio, a causa delle errate informazioni giornalistiche diffuse che parlavano di un ragazzo caduto sulla scogliera poi è stato detto da una persona pubblicamente: “tale padre tale figlio” (oltre a dire che si meritava quanto accaduto, avendo evidentemente appreso che io fossi il padre, un suo bersaglio preferito per una vicenda giudiziaria che lo riguarda). Voglio dire pubblicamente che io sono fiero di mio figlio che sin da piccolo ha, per esempio, difeso e aiutato i compagni di scuola in difficoltà e che ha dimostrato in molte occasioni di essere un piccolo uomo che crede nel valore dell’amicizia con i suoi coetanei e non solo. Lasciatemelo dire, mi rende orgoglioso ogni giorno che passa dimostrando di essere sulla buona strada per recepire i valori fondamentali della vita. Non sa quel signore che, senza rendersene conto nel paragonare mio figlio a me, ha fatto il più bel complimento che un padre si aspetta di poter ricevere".
Lettera firmata