La vicenda, balzata alle cronache nazionali, è della signora Dora, morta per Covid dopo un penoso iter durato quasi due mesi,
la cui salma è stata accolta nel cimitero cittadino in un deposito attrezzi.
Da comunicato - La narrazione social fatta di orsacchiotti, mani che si stringono e messaggi accorati verso i cittadini è da mesi lo stile del Sindaco Annese: uno stile che non ci incanta e che si sgretola, rivelandosi esattamente per quello che è, una scelta di comunicazione, una facciata. In questi giorni la maschera è stata strappata e la realtà è più evidente che mai: l’inadeguatezza del Sindaco si manifesta quotidianamente. L’ultimo caso è quello balzato alle cronache nazionali della signora Dora, morta per Covid dopo un penoso iter durato quasi due mesi, la cui salma è stata accolta nel cimitero cittadino in un deposito attrezzi, tra bustoni, cianfrusaglie e chissà cos’altro. L’intera città dovrebbe chiedere scusa alla famiglia, noi da parte nostra lo facciamo, per questo indecoroso trattamento che è il sintomo grave di uno sbando nella gestione dei servizi cimiteriali in particolare e, più in generale, dell’intera emergenza pandemica. L’indicazione di un deposito per l’ultimo commiato è suonato, giustamente, come l’ulteriore schiaffo ad una vicenda già delicata e allucinante di suo: per questo non è possibile pensare che il caso passi sotto silenzio, che non vi siano conseguenze per chi ha preso quella decisione, che tutto finisca in un “siamo in emergenza, non si poteva far di più”. Ed è proprio il sindaco che deve farsi carico di questi provvedimenti, non solo in quanto primo cittadino ma, soprattutto, perché la nota mancanza di un assessore ai servizi sociali ha riportato la delega nelle sue mani. Sarebbero necessarie scuse formali e provvedimenti seri, a carico di chi gestisce in maniera così superficiale i servizi cimiteriali e di chi dovrebbe controllare e, parrebbe, non lo fa adeguatamente.