Il nuovo intervento del governatore Emiliano afferma: " Niente
lezioni in presenza per i figli dei lavoratori essenziali“.
Il presidente della
Regione Puglia, ha emanato l’ordinanza num.78 (Misure urgenti per fronteggiare
l’emergenza epidemiologica da COVID-19) con decorrenza immediata e sino al 6
aprile 2021 per le province di Bari e Taranto. Essa accoglie le istanze
arrivate dall’Ufficio Scolastico Regionale e dalle organizzazioni sindacali. In
particolare stabilisce che la sospensione delle attività in presenza non si
applica ai servizi educativi dell’infanzia: i nidi e micronidi che coprono una
fascia da 0 a 36 mesi, sezioni primavera e servizi integrativi. La copertura
vaccinale del personale scolastico dei servizi educativi per l’infanzia è
pressoché totale. Viene soppresso l'articolo in cui era garantita anche la
frequenza scolastica in presenza degli alunni e studenti figli di personale
sanitario, o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano
ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della
popolazione. Seguirà un nuovo
provvedimento con le disposizioni che entreranno in vigore da lunedì prossimo
per le altre province pugliesi. Il nuovo
Dpcm prevede la didattica a distanza non solo in zona rossa, ma anche nelle
altre zone se il numero di contagi supera i 250 su 100.000 abitanti, e comunque
là dove la tendenza sia in forte crescita, come nel caso della Puglia. Le
misure del nuovo Dpcm nazionale e il parere del Cts indicano come sia
indispensabile intervenire anche nelle scuole, pur comprendendo i grandi disagi
che questo comporta per gli studenti e le famiglie. La Puglia, insieme alle
altre regioni, ha già chiesto al Governo di attivare una serie di misure a
supporto delle famiglie, ha detto l’assessore regionale Sebastiano Leo, a
partire dal rifinanziamento dei congedi parentali e dei voucher baby sitter con
effetto retroattivo, a copertura quindi anche di questi giorni, e l’estensione
dei ristori economici per le categorie e attività economiche colpite, con la
richiesta che vengano agganciati non più ai Codici Ateco ma al fatturato reale,
prevedendoli anche in caso di ordinanze regionali, e quindi per categorie prima
escluse”.