In
occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza
contro le donne.
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre, il Sindaco di Monopoli, Angelo Annese, ha emesso l’ordinanza n. 703 del 25 novembre 2021 con la quale viene intitolata una via a Palmina Martinelli, la 14enne di Fasano bruciata viva nel 1981. Si tratta di una delle nuove strade carrabili in via di realizzazione tra via Giacomo Puccini, Via Procaccia e via Ludovico Ariosto nell’ambito del PUE che interessa l’Ambito “S7”.
Il provvedimento segue il via libera ottenuto il 22 novembre scorso da parte della Prefettura di Bari dopo la proposta della Giunta Comunale avvenuta con delibera n. 227 del 18 dicembre 2020.
Le via assume la denominazione di Via Palmina Martinelli (1967-1981).
Nel novembre 2020 l’Associazione L’Allegra Brigata di Monopoli, l’Associazione Culturale Collettivo Teatro Prisma di Bari e l'Associazione Progetto Donna Onlus avevano presentato una raccolta di 252 firme per intitolare una via alla ragazzina vittima di una organizzazione criminale.
PALMINA MARTINELLI (1967- 1981) - Palmina cresce con 11 tra fratelli e sorelle in una casa popolare di Fasano; la madre fa la domestica ad ore, ma si dice che faccia anche il mestiere più antico del mondo, il padre è disoccupato e neanche si impegna troppo per cercare di non esserlo più. A Locorotondo vive una famiglia “allargata” che gestisce una casa di appuntamenti in una chiesa sconsacrata e fra le ragazze che vi lavorano (tutte di famiglie disagiate) c’è Franca, la sorella più grande di Palmina, che circuita dalle promesse di matrimonio di uno dei figli della tenutaria e minacciata di uccisione della figlia appena nata, subisce il ricatto prostituendosi. L’altro figlio della tenutaria prende di mira Palmina con la stessa strategia, promettendole amore. La quattordicenne casca nel tranello, ma prima che tutto si compia, capisce che qualcosa non è chiara e all’ennesima richiesta del fidanzatino, appoggiato dalla stessa madre della ragazza e da un cognato risponde un secco no. Dopo qualche giorno Palmina viene trovata dal fratello in un angolo del bagno che brucia viva. La sua agonia dura 20 giorni al Policlinico di Bari, dove fa subito due nomi, la sua testimonianza viene raccolta e registrata dal PM Nicola Magrone, ma al processo i suoi aguzzini vengono assolti per insufficienza di prove e il suo caso è stato archiviato come suicidio.