L'uomo è attualmente ai domiciliari. Le indagini sono state avviate dalla Guardia di Finanza.
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari ha arrestato un imprenditore barese attivo nel settore edile, indagato per i reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Le investigazioni sinora svolte dalle Fiamme Gialle baresi (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) - con il coordinamento di questo Ufficio giudiziario - avrebbero fatto emergere l’esistenza di un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti. L’attività trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del “bonus facciate” per la realizzazione di interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti. In particolare, tale beneficio consentiva la detrazione fiscale delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 nella misura del 90%, ovvero la possibilità di utilizzare un credito d’imposta pari al 90% cedibile a terzi e, quindi, monetizzabile ai sensi dell’art. 121 del c.d. “Decreto Rilancio” (D.L. n. 34/2020). Nello specifico è emerso che i soggetti che avrebbero commissionato le opere di recupero edilizio erano sprovvisti di una capacità reddituale e finanziaria idonea al sostenimento delle ingenti spese di rifacimento delle facciate, in relazione alle quali sarebbe maturato, in origine, il credito d’imposta successivamente ceduto all’indagato. Per di più, gli stessi avrebbero sostenuto oneri per interventi edilizi eccessivamente sproporzionati rispetto alle caratteristiche e al valore degli immobili posseduti che – come è emerso dagli accertamenti effettuati - non sono stati sottoposti a recenti opere di rifacimento delle facciate. Peraltro, anche i successivi cessionari che hanno acquistato gli ingenti crediti d’imposta direttamente dall’imprenditore indagato sono risultati privi di una capacità reddituale e finanziaria adeguata per sostenere un siffatto, rilevante esborso monetario. Nel corso delle indagini - lo scorso 9 giugno - era già stato eseguito dai finanzieri del Nucleo PEF Bari un decreto di sequestro preventivo avente per oggetto beni e crediti di imposta per un valore di oltre 140 milioni di euro costituenti il profitto e il prodottodei reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. I successivi approfondimenti investigativi avrebbero permesso, inoltre, di accertare che l’ex moglie del predetto imprenditore barese avrebbe ricevuto denaro - oggetto di un ulteriore provvedimento di sequestro preventivo eseguito l’11 ottobre u.s. – proveniente dalla monetizzazione di parte dei suddetti crediti inesistenti, impiegando talune delle liquidità così ottenute nell’attività economica di una s.r.l. con sede a Lecce, avente per oggetto la fabbricazione di articoli elettromedicali, di cui è amministratore unico.