Ad operare i Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi
(Da comunicato) - Dall’alba di questa mattina, in Carovigno (BR) e Mesagne (BR), i
Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni (BR), collaborati nella
fase esecutiva dai militari del Comando Provinciale di Brindisi e dell’11°
Reggimento “Puglia” di Bari, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia
cautelare nei confronti di (14 arrestati e 6 in carcere)
ANTICO Giuseppe classe 1995, di Brindisi, alias “carota o
carotino”;
DI LATTE Leonardo classe 1984 residente in Carovigno;
LANZILOTTI Nicholas classe 1996 residente in Carovigno;
LOSPEDALE Stefano classe 1995 residente in Carovigno, alias “Stefanino”;
NACCI Cosimo classe 1986 residente in Mesagne;
SCATIGNA Mirco classe 1994 alias “sceriffo” residente in Carovigno;
I soggetti colpiti da provvedimento cautelare agli arresti domiciliari sono 8:
CAMPOSEO Pasquale classe 1999 residente in Carovigno;
CARRONE Salvatore classe 1999 residente in Carovigno;
CARLUCCI Pierluigi classe 1997 alias “gallina” di Carovigno;
LANZILOTTI Salvatore classe 1997 detto “pipiticchio” di Carovigno
MISSERI Simonetta classe 1971 di Carovigno, madre di Lanzilotti Nicholas ;
PRODI Gianmarco classe 1992 di Carovigno;
SAPONARO Iolanda classe 1977 di Carovigno.
UGGENTI Ugo classe 1985 di Carovigno.
uno che viene attivamente ricercato), ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di reati in materia di armi e contro il patrimonio (prevalentemente furti in abitazione).
Il provvedimento cautelare è stato emesso dal GIP del Tribunale di Brindisi, dott.ssa Tea VERDEROSA , che ha accolto la richiesta avanzata dalla dott.ssa Simona RIZZO, Pubblico Ministero presso la locale Procura della Repubblica, fondata sulle risultanze investigative rassegnate dalla Compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni.
L’attività investigativa condotta dal luglio al novembre 2017, trae origine da due attentati incendiari commessi ai danni di due imprenditori di Carovigno, presumibilmente a scopo estorsivo.
Le investigazioni hanno anche consentito di:
impedire la commissione di un probabile omicidio, in quanto i Carabinieri hanno recuperato preventivamente nell’agosto 2017 un fucile a canne mozze e il relativo munizionamento, occultati nelle campagne di Carovigno, poco prima che l’arma venisse utilizzata da alcuni degli arrestati per compiere una spedizione punitiva nei confronti di un pregiudicato della zona, che aveva avuto un violento alterco con altro soggetto anch’esso pregiudicato. L’arma, chiamata dagli indagati (la piccola), è un fucile da caccia del tipo semiautomatico marca beretta calibro 12 con canna mozzata, lubrificata e nascosta in contrada “Maresca” di Carovigno da alcuni degli arrestati. L’arma, proveniva da un furto commesso a Laterza, in provincia di Taranto, nel febbraio del 2016;
documentare un florido spaccio di sostanze stupefacenti nei Comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni;
sequestrare complessivamente 2 chilogrammi di marijuana e varie dosi di cocaina chiamata dagli indagati contestare altresì la commissione di furti in appartamento, nonché l’indebito utilizzo di strumenti di credito per procacciarsi il denaro necessario all’approvvigionamento di stupefacente. Ad esempio uno degli arrestati ha commesso un furto nell’abitazione di una signora di Carovigno dopo aver rotto la finestra della sua abitazione, asportando una fede in oro, varie medaglie e due Bancocard con relativo codice PIN, utilizzando indebitamente quest’ultime per effettuare prelievi in contante dagli sportelli di un istituto di credito sempre di Carovigno per un importo pari a 1000€, nonché pagamenti POS presso vari esercizi commerciali per un importo pari a 1.469,26€.
10 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati non colpiti dalla presente misura.
Riguardo allo stupefacente spacciato, si tratta di cocaina venduta a 100€ al grammo, di hashish e di marijuana venduta al prezzo di 10€ la dose. Per la conduzione dell’illecita attività di spaccio, il gruppo si è avvalso anche di un minorenne, ora divenuto maggiorenne e sottoposto agli arresti domiciliari, al quale è stato ceduto in varie circostanze documentate lo stupefacente affinché lo spacciasse.
Importante il ruolo di una madre, colpita da provvedimento cautelare agli arresti domiciliari, nel coadiuvare attivamente le illecite attività del figlio destinatario di provvedimento in carcere. La donna ha provveduto ad incassare e nascondere i proventi dell’illecita attività, nonché a recuperare i crediti derivanti dalle cessioni di stupefacente e ad avvisare il figlio della presenza delle forze dell’ordine nei pressi della sua abitazione.