Cariche batteriche elevate per 7 campionamenti su 29: foci di fiumi e canali malati cronici.
È questo in sintesi l’esito del monitoraggio svolto lungo le coste pugliesi dall’equipe tecnica di dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane (realizzata anche grazie al sostegno del , Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, e dei partner (Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio), presentata questa mattina in conferenza stampa a Bari da, presidente Legambiente Puglia, , Portavoce Goletta Verde, alla presenza di , Assessore Infrastrutture e Mobilità Regione Puglia,Vito BrunoDirettore marittimo della Puglia e della Basilicata ionica.
La maladepurazione è un’emergenza ambientale che va affrontata con urgenza. Il nostro Paese è stato già condannato a pagare all’Ue una multa da 25 milioni di euro, più ulteriori 30 milioni ogni sei mesi finché non si metterà in regola. Si tratta di un costo che ricade direttamente sulle tasche dei cittadini e che, invece, avrebbe potuto rappresentare una risorsa da spendere più utilmente per aprire nuovi cantieri per la depurazione e realizzare sistemi efficienti e moderni, creando nuovi posti di lavoro - sottolinea , portavoce di Goletta Verde - Il nostro monitoraggio come ripetiamo sempre non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali. La fotografia scattata da Goletta Verde ci restituisce un'istantanea che denota come vi siano casi cronici, situazioni critiche che segnaliamo da anni, ma per le quali evidentemente nulla è stato fatto. Per questo Legambiente anche quest’anno affiancherà alla denuncia pubblica sullo stato delle acque anche un'azione giuridica, presentando nuovi esposti alle autorità competenti per chiedere di verificare le cause di queste criticità e denunciare i responsabili secondo le nuove norme previste dalla legge sugli ecoreati. Esposti già presentati in alcuni casi lo scorso che hanno portato a sequestri e denunce, ma che evidentemente ancora non bastano per risolvere una situazione a dir poco complessa”.
“Il risultato del monitoraggio di Goletta Verde è positivo nel suo complesso - afferma , presidente di Legambiente Puglia - anche se permangono criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali, che ormai risultano malati cronici. Continua a migliorare la situazione sul fronte della depurazione: diminuiscono sia gli impianti che scaricano nel sottosuolo che quelli soggetti a scarichi anomali ma anche il numero dei Comuni pugliesi sottoposti a procedura d’infrazione. Tuttavia ancora il 17% dei depuratori pugliesi continua a non essere conforme alla direttiva europea sulla depurazione mentre procedono gli interventi di potenziamento/adeguamento, compresi quelli per il contenimento delle emissioni odorigene. Viste, inoltre, le numerose iniziative finalizzate ad affinare le acque reflue depurate, chiediamo alla Regione Puglia di puntare al massimo riutilizzo in agricoltura.
la situazione in Puglia non è delle migliori: la cartellonistica informativa, obbligatoria da anni per i comuni, e che dovrebbe avere la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, è quasi completamente assente: i tecnici di Goletta Verde hanno avvistato in Puglia soltanto un cartello rispetto ai 29 punti analizzati (a Marina di Lizzano, dove insisteva anche il cartello di divieto di balneazione).
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
(eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente tra 17 e il 20 luglio 2018) prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati non solo dai circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizioPer questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, ) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
, su quattro punti monitorati, uno è stato giudicato fortemente inquinato, ovvero a Manfredonia, alla foce del torrente Candelaro; entro i limiti i risultati dei prelievi effettuati a Peschici, in località Baia Monte Pucci, presso la spiaggia libera La Calenella; a Lesina, Marina di Lesina, alla spiaggia libera di Tammaricelle; e a Manfredonia, alla spiaggia fronte Castello di Manfredonia.
Cinque i punti campionati , di cui uno “inquinato”, a Barletta, Litoranea di Ponente, spiaggia a sinistra del porto di Barletta. A Trani in località Boccadoro, allo sbocco della vasca di Boccadoro, i tecnici di Goletta Verde hanno effettuato un prelievo aggiuntivo vista la presenza del progetto di riqualificazione dell’area umida, che ha evidenziato alcune criticità per le quali chiediamo alle istituzioni competenti di fare ulteriori approfondimenti. Entro i limiti, invece, il risultato del prelievo effettuato a Trani, in località Matinelle, presso il molo a destra sulla spiaggia Matinelle; a Margherita di Savoia, nella Riserva Naturale di Salina, alla foce del torrente Carmosina, e sulla spiaggia presso lungomare Cristoforo Colombo; a Bisceglie, Salsello, sulla spiaggia lungomare incrocio Mauro Dell’Olio.
, il giudizio è stato di “entro i limiti” su tutti i quattro punti campionati: a Molfetta, Torre Calderina, alla spiaggia Riserva Torre Calderina, Monopoli, in località Castello Santo Stefano, spiaggia sud castello Santo Stefano, Polignano a Mare, spiaggia Lama Monachile, e a Bari, San Giorgio, baia San Giorgio, lato sinistro.
Su cinque punti monitorati , tre sono risultati “entro i limiti”, ovvero a Torre Guaceto, spiaggia delle Conchiglie; a Ostuni, in località Torre San Leonardo, spiaggia del Pilone, e a Fasano, Egnazia/Savelletri, spiaggia lido Savelletri di Fasano; e due fortemente inquinati: a Brindisi, litorale Apani, foce canale contrada Posticeddu, e a Carovigno, Torre Guaceto, alla foce del canale Reale.
Sono stati sei i punti campionati , di cui solo uno risultato fortemente inquinato, a Castrignano del Capo, Marina di Leuca, al canale di scarico; entro i limiti invece i campionamenti effettuati a Porto Cesaro, in località Torre Lapillo, sulla spiaggia libera; a Nardò, Santa Caterina/Santa Maria, nel punto a mare presso punta dell’Aspide; a Gallipoli, Porto Gaio, a mare presso lo scarico del depuratore; a Otranto, Baia di Otranto, sulla spiaggia Madonna Altomare; e a Vernole, Riserva Naturale Le Cesine-Vernole, spiaggia libera sulla strada provinciale 366 al chilometro 9.
cinque i punti monitorati dai tecnici di Goletta Verde: due sono risultati inquinati, di cui uno fortemente inquinato, rispettivamente a Manduria, San Pietro in Bevagna, alla foce del fiume Chidro, e a Lizzano, Marina di Lizzano, alla foce del fiume Ostone. Entro i limiti i valori riscontrati a Castellaneta Marina, spiaggia libera Borgo Pineto, Pulsano, Baia Capparone, spiaggia libera scogliera, e a Maruggio, Campomarino di Maruggio, spiaggia della Commenda.
Focus regionale sulla depurazione
gli impianti di depurazione a servizio degli agglomerati pugliesi, di cui 3 gestiti direttamente dai comuni (Lesina Marina, Sannicandro Garganico-Torre Mileto e Volturara Appula).
La scarsa disponibilità idrica superficiale naturale condiziona fortemente la nella nostra regione. Questo comporta che solo il dei recapiti finali dei depuratori è costituito da è costituito da o dal recapita a (Lesina Marina, Manduria Vecchio e Casamassima Vecchio, la cui dismissione è prevista entro l’anno), 1 in meno di quelli recapitanti nel sottosuolo nel 2017 (presso l’impianto di Martina Franca è stato recentemente attivato il sistema di scarico a mezzo di trincee drenanti).
effettuato dall’) emerge che sono gli impianti di depurazione che nel 2017 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Di questi: tali da rendere plausibile un decremento dell’efficienza depurativa (Galatone, Cerignola, Molfetta, Ruvo-Terlizzi, Santeramo in Colle, Andria, Bisceglie, Bitonto, Stornara, Lizzano, Faggiano, Lucera 1, Manfredonia, Vieste). Dei restanti 18,su 6 sono stati già programmati interventi di adeguamento/potenziamento (Monte Sant’Angelo B, Ascoli Satriano, Bari Ovest, Gioia del Colle, San Severo, San Ferdinando di Puglia), su (Casamassima Vecchio, Manduria Vecchio) per i (Carmiano, Orsara di Puglia, Apricena, Castelluccio dei Sauri, San Marco la Catola, San Paolo di Civitate, Sant’Agata di Puglia, Serracapriola, Vico del Gargano, Grottaglie-Monteiasi) si provvederà con la manutenzione straordinaria in attesa di definire la copertura finanziaria per gli interventi di adeguamento e/o potenziamento.
Tra i fattori che possono inficiare il processo depurativo degli impianti ci sono anche gli (arrivi impropri di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). In diminuzione il numero degli impianti più frequentemente soggetto a scarichi anomali:.
Nell’ultimo biennio 2016-2017, complessivamente nel settore della depurazione L’attuale programmazione volti al miglioramento complessivo del comparto depurativo tra adeguamento, potenziamento della capacità di trattamento e abbattimento delle emissioni odorigene.Di questi, 47 risultano ultimati, 19 in esecuzione e 132 in fase di progettazione.
L’incremento della copertura del servizio di fognatura e depurazione e il contestuale miglioramento dell’efficienza dei depuratori sta comportando un progressivo , che ha subito un forte trend di crescita tra il 2012 (circa 192.000 tonnellate di fango tal quale prodotto) e il 2016 (circa 247.500 tonnellate di fango tal quale prodotto).
Nel 2017, le sono state così conferite: il 10% direttamente in agricoltura, il 47% in impianti di compostaggio o di produzione di gessi di defecazione fuori Regione, il 7% in impianti di compostaggio all’interno del territorio pugliese e il 36% in discarica. In base alle ultime stime, a regime, la produzione di fanghi dovrebbe attestarsi su un valore di circa . La progressiva riduzione delle superfici disponibili al riutilizzo in agricoltura e la ridotta disponibilità degli impianti di compostaggio regionali ad accettare il fango prodotto dai depuratori, ha indotto Acquedotto Pugliese (dal 2014 in poi) a portare il fango fuori Regione e in discarica.
Nell’aggiornamento del Piano Regionale per la gestione dei rifiuti urbani, attualmente in fase di adozione, la Regione Puglia ha previsto la riduzione dei fanghi all’interno degli stessi depuratori, in attesa della realizzazione di nuovi impianti di compostaggio. In particolare, Acquedotto Pugliese entro il 2020 installerà sugli impianti gestiti 60 nuove stazioni di disidratazione dei fanghi di ultima generazione.
Le gigantesche centrifughe, destinate alla disidratazione dei fanghi, consentiranno una sostanziale riduzione degli stessi: a regime circa 35 mila tonnellate all’anno in meno. Il risparmio all’anno, calcolato in termini di minori spese per l’allontanamento dei fanghi dagli impianti di depurazione, sarà di circa 5 milioni di Euro. Il costo relativo allo smaltimento dei fanghi della depurazione è tra le voci più significative del bilancio di Acquedotto Pugliese e, di conseguenza, della bolletta idrica a carico dei cittadini: 29 milioni di euro.
Negli ultimi anni, la Regione Puglia ha messo in campo numerose iniziative finalizzate ad incentivare il riuso delle acque reflue in agricoltura, finanziando degli impianti depurativi al rispetto del DM 185/2003 e del R.R. n. 8 del 18.04.2012 e di risanamento/realizzazione di sistemi di distribuzione irrigua: Carovigno, San Pancrazio Salentino, Acquaviva, Cassano delle Murge, Fasano, Sammichele di Bari, Gioia del Colle, Barletta, Castellaneta, Castellana Grotte, Santa Cesarea Terme, Trani, Bisceglie, Pulsano, Faggiano, Conversano, Corato, Tricase, Zapponeta, Corsano, Ugento, San Donaci, Gravina di Puglia, Martina Franca e Molfetta-Ruvo-Terlizzi.
In Puglia, nel 2017, è stata riutilizzata l’acqua affinata presso gli impianti di (volume riutilizzato 2017 in agricoltura 148.160 mc/anno), (volume riutilizzato 2017 in agricoltura 122.074 mc/anno), (volume riutilizzato 2017 in agricoltura 131.558 mc/anno), (volume riutilizzato 2017 in agricoltura 500 mc/anno) e . Dai primi mesi del 2017, il Lago Milecchia viene alimentato con le acque affinate a(volume affinato nel 2017 351.689 mc/anno), mentre il sistema integrato di affinamento e riuso diS. Pancrazio Salentino, l’acqua, seppur affinata, non viene ancora distribuita in attesa dell’esecuzione dei lavori sulla rete irrigua, di competenza dei Consorzi di bonifica.
27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione n. 2014/2059 ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), 21 risultano conformi e per gli stessi, congiuntamente al Ministero dell’Ambiente, sono in corso le procedure per l’esclusione dall’infrazione. Per i , che ad oggi non sono ancora conformi o perché sottodimensionati o per superamento dei limiti allo scarico (Andria, Ascoli Satriano, Bari, Castrignano del Capo, San Severo e Volturino), sono previsti interventi di adeguamento che consentiranno di conseguire la conformità alla direttiva 91/271/CEE secondo la seguente scansione temporale: Andria e Bari nel 2019; Volturino e Castrignano del Capo nel 2020; Ascoli Satriano e San Severo nel 2022.
Con riferimento alla precedente n. 3 agglomerati oggetto di condanne della Corte di Giustizia Europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue sono . Allo stato attuale le prime due criticità saranno definitivamente risolte entro l’anno solare, quella di Taviano è subordinata al dissequestro dell’area di cantiere a cura dell’Amministrazione Comunale.
Anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale: lo scorso anno in Puglia il Consorzio ha recuperato 8.635 tonnellate di questo rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente. L’olio usato - che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli - è un rifiuto che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l'olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “La difesa dell’ambiente e in particolare del mare e dei laghi - spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi - rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”.
*prelievi effettuati tra il 17 e il 20 luglio 2018
PR
Comune
Località
Punto
Giudizio
FG
Peschici
Baia Monte Pucci
Spiaggia libera La Calenella
Entro i limiti
FG
Lesina
Marina di Lesina
Spiaggia libera di Tammaricelle
Entro i limiti
FG
Manfredonia
Spiaggia Castello Manfredonia
Spiaggia fronte Castello
Entro i limiti
FG
Manfredonia
Foce del Torrente Candelaro
Foce del Torrente Candelaro
Fortemente inquinato
BAT
Margherita di Savoia
Riserva Naturale di Salina
Foce del torrente Carmosina
Entro i limiti
BAT
Margherita di Savoia
Margherita di Savoia
Spiaggia presso lungomare C. Colombo-Belvedere
Entro i limiti
BAT
Barletta
Litoranea di Ponente
Spiaggia sx porto di Barletta
Inquinato
BAT
Trani
Matinelle
Molo a dx su spiaggia Matinelle
Entro i limiti
BAT
Bisceglie
Salsello
Spiaggia lungomare incrocio Mauro Dell'Olio
Entro i limiti
BA
Molfetta
Torre Calderina
Spiaggia Riserva Torre Calderina
Entro i limiti
BA
Monopoli
Castello Santo Stefano
Spiaggia sud castello Santo Stefano
Entro i limiti
BA
Polignano a Mare
Polignano a Mare
Spiaggia Lama Monachile
Entro i limiti
BA
Bari
San Giorgio
Baia San Giorgio - lato sx
Entro i limiti
BR
Brindisi
Litorale Apani
Foce canale c/da Posticeddu
Fortemente Inquinato
BR
Carovigno
Torre Guaceto
Foce canale Reale
Fortemente Inquinato
BR
Carovigno
Torre Guaceto
Spiaggia delle Conchiglie
Entro i limiti
BR
Ostuni
Torre San Leonardo
Spiaggia del Pilone
Entro i limiti
BR
Fasano
Egnazia/Savelletri
Spiaggia lido Savelletri di Fasano
Entro i limiti
LE
Porto Cesareo
Torre Lapillo
Spiaggia libera
Entro i limiti
LE
Nardò
Santa Caterina/Santa Maria
Mare c/o punta dell'Aspide
Entro i limiti
LE
Gallipoli
Porto Gaio
Mare presso scarico depuratore
Entro i limiti
LE
Castrignano del Capo
Marina di Leuca
Canale di scarico
Fortemente Inquinato
LE
Otranto
Baia Otranto
Spiaggia Madonna Altomare
Entro i limiti
LE
Vernole
Riserva Naturale Le Cesine - Vernole
Spiaggia libera su SP 366 km 9
Entro i limiti
TA
Castellaneta
Castellaneta Marina
Spiaggia libera Borgo Pineto
Entro i limiti
TA
Pulsano
Baia Capparone
Spiaggia libera/scogliera
Entro i limiti
TA
Lizzano
Marina di Lizzano
Foce del fiume Ostone
Fortemente Inquinato
TA
Maruggio
Campomarino di Maruggio
Spiaggia della Commenda
Entro i limiti
TA
Manduria
San Pietro in Bevagna
Foce del fiume Chidro
Inquinato
Il Monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
= Enterococchi intestinali >400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml.
**Dal 2014 è obbligo per i comuni costieri apporre la cartellonistica informativa circa la classe di qualità delle spiagge (eccellente, buona, sufficiente, scarsa), secondo uno specifico format europeo, con tutte le informazioni sulla qualità delle acque, i dati degli ultimi prelievi e le possibili criticità della spiaggia stessa.
Ufficio stampa Goletta Verde
Elisabetta Di Zanni 347.6645685