Bari - Arrestati mandante e un esecutore omicidio Romito

Autore Redazione Canale 7 | mer, 04 mar 2020 11:27 | 1550 viste | Bari Carabinieri Procura Arresti Cronaca

Arrestati il mandante ed uno degli esecutori dell’omicidio di mafia di Romito Vito avvenuto il 30 novembre 2004.

Il 4 marzo 2020, in Aversa (CE) e Lecce (LE), i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione a ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse del GIP del Tribunale di Bari su richiesta di questa DDA , nei confronti di 49enne e ritenuti tra i responsabili dell’omicidio di , 18enne,  avvenuto in Bari, quartiere San Paolo il 30 novembre del 2004.

Il provvedimento restrittivo è stato adottato in base agli elementi raccolti in seno ad un’indagine – riaperta nel giugno 2017 a seguito delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia - conclusa nel settembre del 2019 dal Nucleo Investigativo  dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e svolta attraverso articolate e complesse attività tecniche e dinamiche corroborate dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia.

Tali elementi hanno consentito di accertare le responsabilità dei predetti (Martiradonna Giorgio, quale mandante, Boccasile Roberto, tra gli esecutori materiali) in ordine al fatto di sangue, inquadrabile nella contrapposizione - per la primazia nella gestione delle attività illecite -clan Strisciuglio, sodalizio criminale cui il Romito era contiguo.

Le indagini hanno fatto emergere come l’agguato in danno di fosse stato deciso dal operativo nella città vecchia di Bari, quale risposta all’omicidio Fanelli Antonio, 34enne anch’egli appartenente alla predetta compagine criminale. Il Fanelli venne freddato da alcuni colpi di pistola - ad opera di un commando composto da soggetti appartenenti al clan Strisciuglio - mentre si trovava nel borgo antico, nei pressi dell’abitazione di altro sodale; nel corso dell’azione rimasero feriti anche (fratello di Giorgio).

Romito Vito avevano raggiunto il luogo ove si intrattenevano alcuni sodali del al quartiere San Paolo a bordo di almeno due ciclomotori e - dopo aver individuato la presenza di alcune persone all’esterno di un bar – armato di una pistola cal.7.65 - si avvicinò ed aprì ripetutamente il fuoco; il Romito perse la vita a seguito delle gravi ferite riportate al petto ed al collo.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha riconosciuto, per il fatto, la sussistenza dell’aggravante del clan Capriati in relazione alle ragioni poste a fondamento dell'omicidio, da individuarsi nella contrapposizione fra i due clan e delle modalità plateali della condotta illecita, volta a provocare allarme sociale, attribuendo evidenza pubblica all'azione delittuosa e rafforzando il messaggio omertoso a chi doveva intenderlo.

 

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