E' sempre maggiore l'attenzione da parte dei consumatori nei confronti della sostenibilità.
Con quasi nove famiglie su dieci che hanno acquistato almeno una volta prodotti biologici nell’ultimo anno, la frutta e verdura biologiche entrano nel paniere dell’Istat a conferma di una sempre maggiore attenzione da parte dei consumatori verso la sostenibilità nel piatto. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che ha fatto il punto sull’agricoltura biologica nel sistema agroalimentare pugliese con Pietro Gasparri del Ministero dell’agricoltura e sovranità alimentare, Francesco Giardina di Coldiretti Bio, Gianluigi Cardone del Ciheam Bari, Roberto Zecca della Regione Puglia, Rita Tamborrino, imprenditrice agricola bio, Carmelo Troccoli, direttore di Fondazione Campagna Amica, Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia.
La Puglia si conferma al top della classifica nazionale per l’agricoltura biologica con 287mila ettari coltivati a bio, con un aumento delle superfici del +6,4%. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, secondo cui la Puglia, è la seconda regione più bio d’Italia, dove la pratica biologica – spiega Coldiretti Puglia - interessa tutti i comparti agricoli dall’olivo ai cereali (23%), dalla vite agli ortaggi, con 3 impianti di acquacoltura biologica.
Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti - per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni caso, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.
I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia – ricorda Coldiretti - è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti. L’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici (+170% degli azotati) è dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura bio, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere più fertili i nostri suoli.
Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva Coldiretti - e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori.
Il biologico si inserisce a pieno titolo nel modello dell’agroalimentare made in Italy sostenuto da Coldiretti, già fortemente caratterizzato per l’attenzione alla qualità, alla salute dei consumatori e alla tutela dell’ambiente. Temi e obiettivi che, proprio nel biologico, trovano la loro piena definizione.
Bisogna ridare centralità all'agricoltura anche nella filiera del biologico, perché il biologico rappresenta uno straordinario strumento per lo sviluppo delle nostre campagne e, insieme a tutte le iniziative messe in campo da Coldiretti, consente di avvicinare sempre di più i consumatori al mondo agricolo.
Per Coldiretti è chiara la necessità di costruire filiere biologiche interamente italiane e di riuscire a comunicare, anche nelle etichette del prodotto biologico, l’origine made in Italy della materia prima agricola, come peraltro previsto nella Legge 23 sull’agricoltura biologica, approvata quest’anno in Parlamento e della quale si è in attesa della piena applicazione.
Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle
sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale,
conclude Coldiretti sottolineando che è necessario però ricentrarlo nella sua
dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed
affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa
essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all'ambiente e
alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste. Un servizio nel telegiornale.